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Monday, October 23, 2006

Esemplare

E' un grande vecchio il Bernardo Caprotti in foto, patròn di Esselunga, gran tempra e idee chiare.
Ha costruito nel tempo un caso di successo; passati gli 80, ha deciso che nessuno dei suoi figli o nipoti ha le caratteristiche per subentrargli - dopotutto, mica tutti possono essere all'altezza di Jaki e Lapo ...
Da un paio d'anni, dopo quella decisione, riceve proposte d'acquisto della sua azienda - è ben gestita dal management di sua fiducia, profittevole e saldamente radicata nel suo mercato - dichiarando che il nuovo eventuale proprietario verrà selezionato - senza fretta - sulla base del piano industriale e non solo dei soldi.
Già questo, nell'Italietta delle dinastie industriali, basterebbe ed avanzerebbe per farne un caso; ma lui si permette oltretutto di cantarle chiare e forti al
Comitato G.R.I.D.I. (Gran Ridisegno Industriale D'Italia), noto anche come Maggioranza di Governo: ha respinto pubblicamente al mittente l'ennesimo "Piano Rovati" che già aveva "redistribuito" alle Coop la sua catena di supermarket, come racconta JCF e altri ivi citati.
«
Esselunga e Coop sono due aziende inconciliabili e incompatibili», perché «sono differenti i valori delle persone», oltre che «i modelli industriali, commerciali, logistici»: con una frase, pubblicata a pagamento in 32 giornali, ha smontato decenni di retorica e bugie, stile "La Coop sei tu". Foera dai ball.

Allarghiamo prodi-toriamente la storia, per farla divenire esemplare.
"Inconciliabili e incompatibili" dice Caprotti di Esselunga e Coop; aggiunge Abr, come lo
statalismo e il Nord - inteso come quella parte d'Italia oltre il 45' parallelo, o a nord del Po che dir si voglia - cui Esselunga appartiene e in cui è radicata.
Caprotti come
champion, e il Nord in generale, criticano nelle Coop (e nella mentalità della parte politica che le difende e sponsorizza) l'emblema del dirigismo statalista e redistributivo, che vorrebbe "regolare" la vita dei cittadini-consumatori-dipendenti-elettori dalla culla alla tomba, includendo i destini delle aziende fino ai soldi spremuti ai contribuenti (oltre che i voti): è il modello tosco-emiliano for dummies.
Il Nord è di fatto avanti - l'han dimostrato persino le ultime elezioni - sulla strada
liberale anti-statalista. Rifiuta infatti in larga maggioranza imposizioni di "valori" esterni ed estranei, come quell'esempio di finta solidarietà che è la redistribuzione forzata; in più, rifiuta di venir criminalizzato come "evasore", quando i dati dicono che l'evasione è endemica nelle parti considerate "povere" del Paese; a proposito di solidarietà poi, ricordiamo come la quantità e qualità del volontariato privato nel Nord Italia batta tutte le medie mondiali.
Anche sul piano dell'
identità, principio fondante della coscienza collettiva, arriva dal Nord finalmente qualche timido segnale positivo: il tasso di natalità in timida ripresa, immigrate pur escluse; ciò dopo anni di regressione multiculturale, colpevoli le mentalità progressive male interpretate, le politiche centraliste suicide e le convenienze miopi di imprenditori di retroguardia, legati a modelli di competizione sul costo del lavoro invece che sulla innovazione.
Il Nord è nondimeno
tollerante ed aperto di principio; altrimenti ad esempio, non si spiegherebbe una delle precipuità di Milano a livello mondiale: l'esser divenuta ambito d'eccellenza nel design e nel fashion, accogliendo "creativi" e "giri" forse opinabili ma sicuramente redditizi (anche per la "nightlife" in città ..) - you know what I mean.
Anche la forte religiosità (per chi ce l'ha) e il radicamento dei principii,
sono sempre stati vissuti quassù in modo generalmente privato e non ossessivo, e vengono applicati non certo come è nel clichè del cattolico tutto precetti per gli altri, ma auto-assoluzioni e "credo selettivo" di comodo per sè; diverso in ciò da retaggi simbiotici con lo statalismo clientelare catto-comunitario, che hanno storicamente assunto la parte del leone in altre parti della Penisola.
La tolleranza, l'individualismo, l'identità coniugata con la solidarietà nel privato, nel Nord divengono di fatto incoraggiamento all'iniziativa privata, non sua repressione e criminalizzazione à la Viscò.
Proviamo a ricapitolare:
a)
Anti-statalismo: = liberismo e iniziativa privata;
b)
Tolleranza: cioè vivi e lascia vivere;
c)
Identità: no "buonismo" nè multiculturalismo: "padroni in casa nostra", non si accetta di farsi sbattere in faccia usi e costumi altrui, siano essi islamici, centralisti o cattocomunisti, in contrasto coi nostri;
d)
Buon senso comune: = Common Law, somministrato da giudici eletti dalla comunità, che usano come riferimento comune quel mix di regole minime, tradizione, usi e costumi e cervello;
Beh, eccoci qui, abbiamo ripetuto
l'identikit del Conservatore Moderno, quello che si rende conto che qui c'è gran poco da "conservare" e molto da ri-costruire, anche da un punto di vista etico e morale, basandosi peraltro su tradizione e mentalità comune, almeno al Nord.
Si tratta di un identikit già messo a punto in modo induttivo-deduttivo sperimentale (cioè proceduralmente scientifico, nel senso galileiano del termine) tra i commenti di quest'altro post. Senza pretese e gran citazioni teoriche, alla buona ma solida, proprio come il Nord.
Si distingue quest'ultimo dal Centro-Sud per il suo grado relativo di maturità in questa direzione, è insomma pronto al gran salto liberale. Necessita solo di uno sherpa convincente. E trovo sia l'unica via di salvezza per la Locomotiva, e quindi per il Paese tutto; parafransando l'adagio Agnelliano, ciò che è bene per il Nord, è bene per l'Italia.
Alziamo la testa.
De-pastoiamoci. Federalismo asimmetrico, why not?
Grazie Bernardo Caprotti per l'esempio.

14 Comments:

Blogger etendard said...

Ti ripasso la palla. Bernardo Caprotti "ha deciso che nessuno dei suoi figli o nipoti ha le caratteristiche per subentrargli". Eccotelo qui un altro esempio di quanto vado sostenendo sull'assenza di padri. La crisi delle grandi aziende a conduzione familiare sta anche nell'impossibilità di passare il testimone di padre in figlio. Fatto interessante, in Lombardia, secondo i dati forniti della Camera di Commercio, c'è stato il salto da parte delle aziende create da extracomunitari (cinesi e arabi). Il salto sta nel fatto che hanno superato il 50% delle neo aziende. Per di più, hanno aperto all'assunzione di italiani. Mala tempora, amico mio.

23/10/06 5:43 PM  
Blogger Abr said...

Assenza del padre? Al contrario.
Autocitazione: "Già questo, nell'Italietta delle dinastie industriali, basterebbe ed avanzerebbe per farne un caso".
Con dolore (immagino) ma con lucidità, ha saputo riconscere che la carne della sua carne non era all'altezza (secondo lui).
E ne ha tratto le conseguenze. Uno così lo chiamo "tosto" e gran educatore in senso lato: dà alla Comunità un segnale, qello che ho costruitoin mezzo a voi è più importante di mio figlio, che comunque ha, come me, la possibilità di dimostrare DA SOLO E PER LA STRADA CHE SCEGLIERA' in autonomia, cosa valga.
Alemno io la leggo così. Eroico.

23/10/06 6:20 PM  
Anonymous Anonymous said...

hoka, non ho capito: cioe' secondo te la successione familiare favorisce sviluppo e crescita?

sul post: il problema dello sherpa non e' da poco: cav. vecchio, bossi malato, formigoni non rappresenta il nord di cui parli (almeno spero), tremonti ve lo siete giocato... qualche nome?

23/10/06 8:17 PM  
Anonymous Anonymous said...

Ringo, se Frattini prova a mettersi un ghigno da duro su quella faccia pulita potrebbe tornare utile. Anche come leader. Il ragazzo ha stoffa ed è abbastanza giovane rispetto ai nostri standard. Ma su tratta di discussioni che per il momento lasciano il tempo che trovano.

Caprotti è già un mito, ne ho scritto pure io (le due frasi non sono correlate :P ).

Ciao,
Francesco

23/10/06 10:24 PM  
Blogger Abr said...

nullo, se lo sapessi non sarei qui .. a me piacerebeb l'ultimo che hai detto (ce lo siamo giocato?! Che gli hai fatto??). Ricorda comunque, tutto è relativo: chiunque di coloro che hai nominato, farebbe meno danni di chi c'è adesso. Ricordami di raccontarti la barzelletta del carabiniere e la scimmia sull'astronave.

Volevi dire Nullo o Ringo, Starsailor? Frattini è un ragazzo molto preparato, ma un po' freddino, difficile abbia il carisma del leader... vedremo. Anche qui comunqe, tutto è relativo.. comparato a un Letta il Giovane ad esempio ..

23/10/06 11:01 PM  
Blogger Chris said...

"Da un paio d'anni, dopo quella decisione, riceve proposte d'acquisto della sua azienda - è ben gestita dal management di sua fiducia, profittevole e saldamente radicata nel suo mercato - dichiarando che il nuovo eventuale proprietario verrà selezionato - senza fretta - sulla base del piano industriale e non solo dei soldi."


Ti ricordi Abr, tempo fa, che si parlava di capitalismo qua sopra? Ti ricordi quello che ti dicevo? Eccone qua un bell'esempio.
Ciao:)

23/10/06 11:36 PM  
Blogger Abr said...

Chris, ti rispondo con una vecchia battuta: lo sai perchè il buon Dio ha impiegato solo sei giorni a creare l'Universo? Risposta: perchè partiva from scratch.
Sarà un caso che Caprotti sia il fondatore di Esse., che TP abbia risanato la decotta Pirelli (casa sua), ma che si sia impantanato in TI (tre passaggi di management in meno di 10 anni?)?
Trooppo facile trovare il capro incapace e dar tutte le colpe al Ronaldo di turno; meditate capitalisti, meditate... meditiamo...;-)

24/10/06 12:19 AM  
Blogger Otimaster said...

Come ho scritto altrove "evviva Bernardo Caprotti", purtroppo di uomini di quella tempra ne sono rimasti pochi anche qui al nord.
Ciao

24/10/06 12:21 AM  
Blogger Abr said...

Già, vero Master. Dico infatti che il Conservatore ben sa che qui da noi c'è gran poco da "conservare".

24/10/06 12:52 AM  
Blogger etendard said...

abr, riprendo brevemente il discorso lasciato in sospeso ieri. L'uomo nella foto è Bernardo Caprotti? Se sì, ti domando, cosa ti comunica quello sguardo? Ti sembra solo lo sguardo di un uomo anziano e stanco, o qualcosa di più?
Seconda domanda: se Caprotti ritiene che i figli non siano all'altezza di succedergli, pensi che lui non abbia svolto un ruolo in questo? In altri termini, chi avrebbe dovuto mettere i figli nella condizione di prendere il testimone?
Terza domanda: sei proprio sicuro che i genitori insegnino solo con le parole? Non è che forse insegnano anche e soprattutto con quello che sono?

24/10/06 9:43 AM  
Blogger Abr said...

Hoka, la foto (sgrananta) è di B.Caprotti, fonte Sole24ore.

Domande interessanti.
Dunque, nello sguardo ci vedo un po' di fissità, ma grintosa; assieme alla bocca tesa e labbra contratte, mi dà il senso di un ottantenne di succcesso, duro e determinato, che ha volato alto, affrontato prove toste e le ha superate, non senza morti e feriti (=dolore anche per lui).
Ci leggo diffidenza e corretto senso del se che non diventa superiorità (la punta del mento è solo lievemente verso l'alto).

Seconda domanda: magari coi figli ci ha provato a metterli in condizione, magari no; non è (solo) questa la questione cruciale a mio avviso.
Non trovi che i figli, una volta messi al mondo e svezzati, debbano anche loro dimostrare qualcosa? Mai sentito parlare di "attitudini"?
Sta a loro in prmis insomma.
Altimenti siamo alle solite pecche delle civiltà adolescenziali: il figlio che prende il posto del padre, a prescindere dalle sue capacità; il genitore che ne predispone il futuro, lavoro e magari moglie compresa.

In più, qui non stiamo parlando di ricevere in eredità una farmacia; esiste anche una responsabilità nei confronti della Comunità, non solo della famiglia!

Caprotti infatti non dice: roba mia vientene con me! Dice piuttosto: chi è degno di svilupparla dopo di me?

Terza domanda: teach by example, come debbono fare tutti i maestri, ovvio.
Quello di Caprotti è di fatto un grande esempio di imparzialità, di distacco tra cuore e ragione (il mix ha effetti insopportabili tra noi latinos).
Tutti i suo i figli, mi sono informato, hanno lavorato (o lavorano) in Esseluga. Uno ci ha provato a subentrargli, poi è tornato lui.
Quindi la chance glie l'ha data, e tant'è.
In sinesi: il figlio di Cristoforo Colombo non è detto non soffra di mal di mare, nonostante gli insegnamenti e le premure del padre.

24/10/06 10:28 AM  
Blogger Abr said...

Hoka, mi viene in mente, un bel testo classico che esprime la responsabiità dell'individuo nei confronti della sua Comunità, che va oltre le sue responsabilità con la famiglia, è la piece teatrale "All my Sons" di Arthur Miller.

"Erano tutti figli miei", riconosce alla fine disperato il vecchio industriale che per sviluppare l'azienda di famiglia ha venduto pezzi di ricambio malfunzionanti all'aviazione, provocando la morte di qualche aviatore.

24/10/06 10:54 AM  
Blogger etendard said...

Viene in mente la frase di un film anche a me: "Le tue debolezze come figlio sono le mie mancanze come padre" (o qualcosa del genere). La pronuncia Marco Aurelio parlando con Commodo ne Il Gladiatore.
Non sono di quelli che attribuiscono ai genitori tutte le responsabilità dei figli. La responsabilità individuale esiste, pur a fronte delle carenze dei genitori e delle brutture della società-ambiente in cui si cresce. Ma la responsabilità è prerogativa degli adulti, di chi è stato educato ad assumersela (educare significa 'condurre fuori da'. Altra domanda, condurre fuori da cosa o da chi?)
Sono dell'avviso, confortato da tanta letteratura psicologico-psicanalitica, che il ruolo dei genitori incida profondamente sulla psiche dei figli. Non so se incida anche sulle attitudini, certo il ruolo dei genitori fa sì che le attitudini possano svilupparsi o meno.

Io vedo quello sguardo in modo diverso. Mi sembra lo sguardo di un uomo malinconico e rassegnato. Non ha, a mio modo di vedere, la luce di chi sa di aver fatto quello che doveva e di averne visto i risultati. Non parlo della sua attività imprenditoriale, ma della cosa più importante per tutti noi: me stesso, l'amore e la mia discendenza. Credo inoltre che in quello sguardo ci sia lo stesso dubbio che attanaglia tanti padri, uomini di successo e non, e che si riassume in questa domanda: ma che cazzo è successo nella mia storia?
Forse mi sto arrogando troppi diritti. Quando ci sono di mezzo la vita e i sentimenti si procede in punta di piedi e io, forse, sto avanzando come un elefante. Mi fermo qui.

24/10/06 12:34 PM  
Blogger Abr said...

Beh, la teoria dei segnali insegna che ci sono tre fonti di distorsione nella comunicazione: alla sorgente, nel canale, alla ricezione.
Viviamo in mezzo a "filtri" insomma, per speculum et in aenigmate.
Ogni singola interpretazione che produciamo dovrebbe tener conto di tutto questo.
Ciò detto, la tua lettura del suo volto e le conseguenze che ne trai, hanno pari dignità delle mie, quindi, no problem.

24/10/06 2:34 PM  

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