Compassionate Conservatorism
Uno splendido post del mio Southern Friend StarSailor (cfr. fig.) prende spunto dall'irrompere sulla scena politica europea di figure giovani - quaranta cinquantenni: addirittura imberbi secondo i canoni italiani - conservatori, convincenti e - speriamo- vincenti: Sarkozy in Francia e Cameron in Uk.
L'amico e sodale Starsailor ne analizza il pensiero, e lo riconduce alla teoria e alla prassi del Bushiano "Compassionate Conservatorism" "(qui nella lettura che ne dà Marvin Olavsky).
In estrema sintesi: “E’ compassionevole aiutare i nostri concittadini che sono rimasti indietro. E’ conservatore insistere nella responsabilità di ognuno e sui risultati” (G.W.Bush, April 30, 2002).
Ulteriore aspetto che rende interessante il post è il collegamento che viene proposto tra questa visione e quella di uno dei più rispettati interpreti nostrani del liberalismo, Antonio Martino.
Dice Starsailor:
".. nella premessa al paragrafo “Solidarietà o statalismo?” del suo libro “Semplicemente Liberale“, ci si può rendedere facilmente conto che .. analisi e soluzione ai problemi coincidono: il superamento del Welfare State per arrivare ad una sorta di Welfare Society, il passaggio dall’idea che debba essere lo Stato a doversi occupare dei problemi sociali (come ha sempre inteso, fallendo, la sinistra) a quella che possano essere i singoli individui, le libere associazioni e (come già fanno) le chiese, le moschee, le sinagoghe a impegnarsi in questo settore".
Di fatto, traendo spunti da un interessante articolo di ieri sul Giornale, il Centrodestra è un inciampo "non previsto" all'interno del quadro istituzionale che istruisce questa Repubblica (nè prima nè seconda, bensì in versione Beta non produttiva), in cui invece centrosinistra e sinistra sono organiche, a causa della convergenza sostanzialmente catto-comunista che animò la Costituente.
Per esistere, il CentroDestra in Italia quindi va creato e elaborato costantemente.
Oggi il CentroDestra in Italia c'è, grazie a una leadership individuale, all'astuzia politica di un segretario di partito e al fiuto tattico di un geniale arruffapopolo (rispettivamente, Berlusconi Fini e Bossi), più a una interessante articolata e poco capita "rete" di associazioni volontariato ed imprese di matrice cattolica, che molto somiglia a quel modo di operare delle "chiese, moschee e sinagoghe" come rammenta Starsailor.
Domani, dato che almeno due di questi tre individui potrebbero non esserci più, per motivi anagrafici e di salute, occorre ri-creare e ri-elaborare il CentroDestra. Non più dal vertice, ma possibilmente dal basso. Se vogliamo radicare e radicarci. Idee e fatti, al di fuori delle solite paludose accademie e del noioso e ripetitivo dibattito autoreferente nel blog Right? Noi qui ne abbiamo alcune, Starsailor io ed altri di TocqueVille. E stiamo per implementarle. Ma questo è un altro discorso.
Significativa la sintesi politica dell'articolo:
"Ci si potrebbe esprimere così: la tesi fu il Polo, l'antitesi è stata la Casa delle libertà, la sintesi dovrà essere il Partito liberale dei conservatori". Convergente, aldilà dei nominalismi, con le tesi del "Compassionate Conservatorism".
Tutto questo gran calderone stimola un paio di riflessioni - una a conferma, l'altra come area di sviluppo e indagine ulteriore - al fine di individuare nelle tesi del "Compassionate Conservatorism" la giusta strada lungo la quale instradare il percorso del CentroDestra anche in Italia.
Uno
Sostiene Starsailor, e sosteneva Alexis de Tocqueville, è fondamentale si respiri (come "si sente" in America) un’apertura culturale al senso religioso nella libertà, come dimensione spirituale capace di creare le motivazioni per l’azione individuale indirizzata alla crescita dell’intera società. Una religiosità aperta e serena dove tutti, a qualunque fede o non-fede essi appartengano, possano vivere la propria esperienza e partecipare alla costruzione della democrazia.
Trovo questo richiamo tocquevilliano un fondamentale collante identitario per una democrazia:
" Se non si può dire che negli Stati Uniti la religione influenzi le leggi o le opinioni politiche particolari, tuttavia essa dirige i costumi e, regolando la famiglia, lavora a regolare lo Stato" .
Lo sostiene anche Michael Novak, nella rilettura dei "sette vantaggi terreni della fede" di Thomas Jefferson, uno dei padri della Dichiarazione d'indipendenza. In sostanza, a parte i benefici ultraterreni per chi crede, Jefferson spiega come la fede aggiunga sette vantaggi fondamentali all'agire dell'Uomo nel Mondo:
1) uno scenario generale e valido per tutti per declinare individualmente ognuno la sua libertà;
2) una coscienza vigile;
3) un freno al vizio e agli eccessi (ne quid nimis ..), privilegiando la pace sociale;
4) idee salde, stabili e condivise sulle dinamiche della vita e delle relazioni;
5) un controllo decisivo della tendenza verso il basso del principio di uguaglianza, e del materialismo verso cui questo gravita;
6) una concezione salda di moralità, intesa come relazione personale con il Creatore, e dunque motivo per agire bene anche quando nessuno ci sta guardando;
7) la serena regolazione dei costumi all’interno della famiglia, nucleo fondamentale dello Stato, e la conseguente sacralità delle mura domestiche, che diviene sacralità della Patria e disponibilità al sacrificio personale per il bene della Comunità.
Attenzione: questo non è un discorso di un confessionale; è proprio di un laico peccatore reo confesso e quindi "derelitto" (detto alla ebraica) - ancorchè non dimentico delle proprie radici cristiane - come Jefferson, e come il sottoscritto.
Il quale vive in una fase de-secolarizzata, di cui è tutto sommato felice, dove lo spettro della presenza clericale e della immanente influenza della Dottrina della Chiesa nel sociale (tema ampiamente di retroguardia a mio avviso), viene spesso agitato strumentalmente, invero da ambo le parti.
Molti amici laicisti, NeoCon a trecento carati, tendono a gettare il bambino con l'acqua calda, e non si rendono conto della vera differenza tra gli output delle due Grandi Rivoluzioni Illuministe - l’Americana e la Francese (che avviene cronologicamente dopo, e non è matrice della prima, come tentava di inculcarmi la mia docente marxista di storia; casomai il viceversa).
La differenza sta probabilmente proprio nella religiosità, vissuta come libera adesione individuale che permea la Civiltà, e riveste l'individuo di diritti che vengono prima del suo essere "Cittadino"; contrapposta alla inflessibile e mandatoria religione di stato del laicismo della Francia, cui sottomettere a tutti i costi ogni "Cittadino".
La Rivoluzione francese di fatto degenera rapidamente nel giacobinismo e nel bonapartismo, giù giù fino allo Stato Comunista (e alla meno spietata ma ugualmente spersonalizzante e asettica Europa di Bruxelles); la prima invece fecondamente genera e manu-tiene la libertà nel Mondo da quasi un secolo (1916, primo intervento in Europa), come ben sanno i nostri nonni e genitori.
Due
La religiosità quindi come "fattore positivo temperante" della Società.
Ne è anche (ma non è l'unico) un elemento identitario. E' questo, quello dell'identità, un tema a me particolarmente caro, come sanno i mei due lettori, di cui discuto tra l'altro ultimamente e sparsamente con profitto con Hoka Hey (Theo-) e il Coopetitor (Lib-) [sorry se mi permetto volgarmente di "catalogare" un tanto al chilo].
Cosa individua una Comunità, dalla famiglia su su fino allo Stato? Qual'è il suo "collante"?
Detto in soldoni: perchè mai un individuo dovrebbe sacrificare per la "comunità" parte del sè (del suo reddito, del suo tempo, o la sua vita stessa, vedi riservisti della Israeli Defense Force)? Solo per un banale calcolo di do-ut-des,(la pensione, il poliziotto, le strade..), o peggio (come è nella realtà) perchè costretto con l'imposizione e la minaccia?
Sorry ma non sarei molto disposto, avessi la possibilità di scegliere, a concedere nessuna parte ancorchè infima dei miei sudati redditi a qualcuno che odia me e i mei figli, per il modo in cui ci vestiamo, per le cose che studiamo e per quelle che mangiamo.
Sarà pure posizione Paleo-Con, ma la mia Comunità, quella con cui sono disposto a condividere, deve possedere qualche tipo di heritage, di legacy, di foundation, chiamatelo come volete; qualcosa di condiviso forte. Che non può essere solo "una bandiera", quello è un simbolo non una mission. Che non può essere un "ideale", quelli dividono invece che unire; anzi, serve appunto un "qualcosa" che mi convinca che dare a un comunista no-global pacifinto, non è tradirmi, ma assomigli piuttosto all'aiutare un parente lontano con problemi mentali.
Sotto il profilo identitario, un aspetto che mi lascia un po’ così del Bush-pensiero, è la visione troppo “compassionate” sui temi dell'immigrazione (la cittadinanza di massa agli immigrati chicanos, anche clandestini, per fini elettoralistici).
A maggior ragione, dato che tale visione ha trovato epigoni locali nella nostra destra (si, mi riferisco a Fini).
Sappiamo bene come la storia dell'Umanità sia fatta di in-breeding, culturali o del dna stesso (meno di quanto si creda usualmente per il secondo aspetto, ma questo è un altro discorso); basta considerare la storia proprio degli Stati Uniti.
Un conto è però "importare" individui, che individualmente decidano di aderire ai modelli culturali e sociali che trovano, magari declinandoli a modo loro ma senza stravolgerli, e siano in grado di provare questa loro fattiva volontà.
Un altro conto, totalmente diverso e pernicioso per tutti, immigrati inclusi, è invece "importare" modelli estranei, "civiltà" affatto diverse e magari confliggenti con la nostra, confondendo le libertà individuali con diritto ad abusare delle nostre regole e istituzioni in nome della diversità affermativa.
No si devono e si possono fare più gli errori che ammorbano il Nord Europa. Usare cioè a titolo auto-assolutorio considerazioni apparentemente scontate e invece banali e false, del tipo: "fanno i lavori che i nostri non vogliono più fare" (non è vero: fanno lavori in MODI in cui i nostri non possono essere più sfruttati), o "fanno più figli di noi" (cosa aspettiamo? Mettiamo le nostre famiglie in condizione di farne di più!).
Non esiste: stiamo consentendo, in nome di un mal capito buonismo, la nuova tratta degli schiavi.
E questa, badate bene, è la sfida più grossa che abbiamo davanti come civiltà, altro che caprai Jiahdisti. Servono scelte, toste determinate e coraggiose al proposito. Come la Svizzera, che le ha tra l'altro determinate per via referendaria: la Comunità che "difende" i suoi componenti. Altrimenti, a che serve?
13 Comments:
TnKs, my northern friend! Splendido post, adesso ti linko ;)
La citazione di Tocqueville apre il libro di Sarkozy. Libro davvero interessante, te lo consiglio.
"occorre ri-creare e ri-elaborare il CentroDestra. Non più dal vertice, ma possibilmente dal basso. Se vogliamo radicare e radicarci".
Mi trovi totalmente d'accordo! E bisogna lavora', lavora', lavora'... Che - lo ripeto - detto da un siciliano può sembrare una presa per i fondelli. Giuro che non è così!
Le conclusioni che trai sull'immigrazione sono le mie.
Tnxs Star. Il tuo post come hai visto è stato very inspiring, come lo sarà, ne sono convinto, la lettura che mi consigli.
Ottimo lavoro Abr. Non riesco a leggerlo tutto d'un fiato per ridotte capacità polmonari, però.. :-)
(bravissimo anche Star obviously )
Interessanti spunti di riflessione.
Un poco drastico nel gettare bambini con l'acqua calda (ma no erano i cinesi a bollirli?) e a paragonare il comunista no-global al parente lontano con problemi mentale (anche se Prodi in questo momento sembrerebbe accomunarli entrambi)
Sto' a scherzà!!!
a proposito di sottili linee, guarda qui:
http://insatiableyucca.wordpress.com/2006/09/02/david-oxymoron-cameron/
ma lib- sta per che cosa? liberale?
no time per commentare come meriterebbe il tuo post, quello su isolazionismo e neocon ha la precedenza... ill be back!
dico solo che io, come gia' sai, in francia sosterro' la royale. qui in UK ancora non ho deciso, ma c'e' tempo. non escludo John Reid l'anti-muslim, se si candida.
Non si candida, non si candida.
E' tutta per Dave la scena :)
Tnxs Vale bentornato! E tnxs for the effort, mica li scrivo solo per i polmonati alla Pellizzari i miei post!
nullo, lo yucca mi dice poco. Con lo stesso metodo ossimorico, potremmo "killare" ogni singolo slogan di partito al mondo, don't you think?
Che se liberale (e sicuramente più di me) non ci piove; le tue intenzioni di voto esprimono abbastanza chiaramente che va anche tolta l'ultima -e ... ;-)
Attendo con ansia gli output su Paleo vs. Neo- Con.
Tnxs freedom per le news. Tutti per Dave!
Sostanzialmente d'accordo su tutto.
Cameron però credo che abbia bisogno di una bella strigliata in tema di politica estera, dove ha fatto un paio di dichiarazioni da schiaffoni.
Riguardo la differenza tra la Rivoluzione francese e quella americana, io ritengo che quella fondamentale sia relativa al fatto che la seconda di rivoluzionario aveva solo il nome. In sostanza, era una guerra d'indipendenza.
Ogni rivoluzione viene portata avanti come attacco alla società (alla comunità) nell'ordinamento del momento, ed è per questo che storicamente esse finiscono tutte per partorire tirannìe.
Tnxs Maedhros, ne sono felice, francamente "temevo"/credevo fossi più Neo che Con ...
Anche Cameron paga dazio al calcolo elettorale: qualche concessione sulle missioni militari contro a Blair lo deve da'..
Concordo sull'analisi della riv.francese; d'accordo sulla guerra d'indipendenza, non mi impicco alle parole (anche se le parole, concordo, sono importanti).
Di "rivoluzionario" (diciamola così se preferisci) la guerra d'indipendenza ebbe la rottura con lo scenario precedente. il quadro teorico, l'impostazione del nuovo Stato generato da quella guerra. in sostanza, quella bazzeccola de gnente chiamta Dichiarazione D'Indipendenza, che rimane a mio avviso il documento più alto prodotto dall'Umanità politica.
Per esemplificare, ci fu qualcuno che non aveva capito bene e propose di offrire a Washington la corona.
Lui chiarì le cose quando disse, in un mondo di sue maestà e eccellenze, che il titolo con cui appellare il Presidente fosse: "Mr. President" e basta là.
Se non è "rivoluzionario" questo (ricordo che in Italia ancor oggi un parlamentare qualsiasi gli si deve il titolo di "onorevole").
OT: Prior, Primus, Prince, Principal... :))
ho scritto qualcosa che potrebbe farti luccicare gli occhi inricordo dei tempi andati! ;))
buon weekend,
francesco
Non mi dispiaccio affatto se mi dai del 'Theo-'. Sono proprio 78 chili di TheoCon o Taliban. ;-)
visto il grand epost sul grandissimo Larry, Stars.
W i Theo, van Gogh o meno.
E no Radical no Tagl-i-bal ... ;-)
Io la vedo un po' diversamente: la societa' USA viene dall'illuminismo inglese e vede la "moral suasion" di Locke al posto della "Ragione" dell'Europa continentale. Ecco perche' in Europa prevale una concezione verticistica e napoleonica dello Stato, che e' anche piu' facile a realizzarsi che il creare in ogni singolo cittadino la consapevolezza di dover avere cura della societa' che lo circonda. In un contesto simile ogni cambiamento ai vertici rischia di mantenere immutatata la base. Temo che qui manchi l'humus, che oltreoceano e' stato la religione cattolica riformata. In Italia, in particolare, nessuno fa nulla e tutti attendono la manna dallo Stato, come prima l'attendevano da Dio... il titolo del tuo post gia' mostra la radicale differenza tra due mondi che hanno sviluppate culture diverse, se non antitetiche. Vallo a spiegare ai nostri industriali che devono fare la scelta giusta... Aspirazioni legittime e condivisibili, ma qui siamo su di un altro pianeta.
Beh Pseudo, stiamo in fondo dicendo la stessa cosa, tu in più poni l'accento sull'aspetto filosofico; io mi limitavo alle due diversissime "rivoluzioni" come ascendenti delle due riepttive antitetiche evoluzioni; esse sono di fatto effetti e non solo cause di diversità.
Io non sono però così pessimista. Dopotutto l'Inghilterra (Locke), Calvino e Zwigli non sono così lontani da noi. O da gran parte di noi. L'etica "borghese e provinciale" lombardo veneta non è poi così distante da quella svizzera o olandese. E la locomotiva è qui, non certo a Roma.
E se sono riusciti iPaesi come la Slovacchia o la Lituania piuttosto che in Polonia, pur devastati da generazioni di sonno sovietico, ad adottare approcci da rivoluzione liberale vera, tipo "No Tax", perchè non dovremmo riuscirci anche qui?
Anche da un punto di vista politico e di modelli da adottare, dall'Unità d'Italia in poi, abbiamo sempre sofferto di questa doppia spada di Damocle: Francia e Germania, contemporaneamente fratelli maggiori e costanti competitor, se non autentiche minacce.
Ora con la Merkel da una parte qualcosina è cambiata; se cambiasse anche il modello Francia con Sarkozy, magari potremmo .. chi lo sa ...
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