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Wednesday, November 29, 2006

Diagnosi perfetta dottor House

"Si può nascere difettosi e campare così così per poco, oppure arrivare a novant'anni come un treno, ma quando arriva la tua ora, non cambia granchè: morire è sempre privo di dignità, è orribile comunque. Si può vivere con dignità, morire invece no".
Più o meno così ha appena detto il dottor House con la sua solita ruvida
correctness (mioddio quanto la apprezzo) alla paziente che rifiuta ulteriori analisi per andarsene a casa "a morire con dignità".
Non ero mai riuscito a sintetizzarmi con tanta efficacia perchè mai, più comprendessi i razionali, più provassi a mettermi nei panni di chi soffre in modo indicibile e prolungato, più immaginassi l'assenza di speranza (Assenza de che? "Nessuno uscirà vivo di qui" - Jim Morrison dixit), o quanto debilitante sia non essere indipendente (dopotutto però è lo stato naturale di tanti, me incluso..) etc.etc.; nonostante tutto, rimaneva in me un fondo di ineliminabile scetticismo nei confronti dell'eutanasia e di tutte le sue razionalissime giustificazioni.
Ora ho la risposta:
l'è istess.
Morire - per incidente o agonizzando - è spesso insopportabile e sempre privo di dignità; il fatto può terrorizzare, ma non cambia le cose. E' in fondo il perchè the great equalizer viene considerato argomento indecente. Al punto da doverlo eliminare, anticipandone l'ineluttabilità mediante un atto di volontà.
Come tante verità non è per nulla consolante, ma trovo la sua una diagnosi ancora una volta ineccepibile, dottor House.


PS.: Aderisco alla campagna di Perla, ho abolito il controllo parole nei commenti.

18 Comments:

Blogger Otimaster said...

A livella non guarda in faccia a nessuno.

29/11/06 11:55 PM  
Blogger Abr said...

'a livella, interpretata da Totò, già ...

30/11/06 1:34 AM  
Blogger Bisquì said...

Già :-)

30/11/06 11:09 AM  
Blogger Abr said...

Tnxs my friends; il post voleva esse una presa di coscienza sull'eutanasia e il suo (dis-)valore di mera illusione.

30/11/06 6:00 PM  
Blogger Paolo said...

il dr.house ha il suo fascino che non lascia indifferente.........
ciao abr

30/11/06 7:24 PM  
Blogger Abr said...

e nemmeno la sua intelligenza scorretta ..

1/12/06 12:22 AM  
Blogger etendard said...

Porca miseria, abr, scrivi questo post e lo leggo giusto in un periodo in cui sono tormentato da un pensiero sull'eutanasia. Per il momento, lascio da parte i miei dubbi e sparo una delle frasi patrimonio della Chiesa antica, oggi, naturalmente, non più presente nella liturgia: Fa, o Padre, che possa essere desto nel momento della mia morte! Certo, io gioco in casa, ma, a mio parere, questa preghiera conferisce una certa 'dignità' all'inevitabile. Sono criptico?

Ciao

1/12/06 5:40 PM  
Anonymous Anonymous said...

secondo me desto e dignita' sono molto simili...

cmq, una domanda imbarazzante, per me: chi e' 'sto dr. house?

1/12/06 7:59 PM  
Blogger Abr said...

La morte in sè ('a livella) è un dono misterioso (lo disse Tolkien se non sbaglio); la mancanza di dignità sta nella strada per arrivare a cogleire tale misterioso "dono".


Sono comunque d'accordo con voi due amigos, l'esser desto è come dire poterla guardare in faccia, espimendo la massima dignità concessa ad un uomo in tale frangente, cioè chiudere la sua fase terrena in modo consapevole.

Ma un attimo (incommensurabile ed enorme, d'accordo) di "dignità", può riscattare agonie (che non è detto sia sofferenza; la sofferenza c'entra poco a mio avviso, è un altro tema), progressivo spegnimento e dipendenza?

Ps.: oramai i telefilm sono globali e quindi i loro personaggi fanno parte del mito collettivo e si possono dare per scontati, come un tempo a parlare di Achille o Dedalo.
Dr.House gira sicuramente anche in qualche british tv (è un geniale irascibile dottore di medicina generale).

1/12/06 9:53 PM  
Blogger kalmha said...

Ciao, Abr! -))
Qualsiasi cosa abbia detto doc House (per il quale nutro uno struggente affetto), rimango dell'opinione che ciò che decido per me stessa e che non è un crimine contro altri, rimane in mio totale arbitrio.

E, detto questo, sono molto felice di aver trovato la porta aperta al mio ingresso nei tuoi commenti.
Per mesi il captcha antispam me l'aveva tenuta chiusa.

Ciao Abr!

Perla

p.s.: Se volessi adottare il bannerino anti captcha ottici: http://perlascandinava.blogspot.com/2006/11/adotta-il-banner-perch-possibile.htmlsull'acces -)))

1/12/06 11:37 PM  
Blogger Abr said...

Perla,
felice che tu abbia indicato quanto poco bastasse(mea culpa, tuo merito) per avere qui il contributo di una blogger che ho sempre molto stimato.

Felice di dare il mio contributo alla campagna contro i captcha con l'esempio; ma ancor più che non agitandomi in questo piccolo blog, sono felice di attribuirmi il merito di aver aggregato il tuo post in TQV quel giovedì, sottolineandone l'importanza in modo che divenisse post di apertura e potesse così godere della giusta "visibilità" (battutona, sorry..).

Si vedono ogni tanto espressioni di "pensiero debole" anche su TQV, anche in bella evidenza (siamo umani); almeno stavolta essa ha contribuito a una battaglia per la civiltà e il rispetto nella blogosfera.

A proposito di "pensiero debole" (non certo il tuo; è quello che si nutre di certezze e mai di domande); questo post NON lo hai trovato evidenziato in home page di TQV.
Modestamente, uno dei pochi miei che non trovi lì, dato che oramai pochi riesco a produrne.

Nel merito della frase del mitico Dr.House, guarda che non dice che noi non siamo di noi stessi. Anzi!

Afferma un'altra cosa: dice, finiamola di illuderci, di riempirci la bocca di paroloni vani e ingannevoli come "dignità" e "morte dolce".
Non c'è mai dignità e dolcezza nel trapasso, dice.

Le parole sono importanti, le dittature (le peggiori? Quelle "etiche") iniziano sempre stravolgendo il senso delle parole; finiamola quindi di vender(ci) vane illusioni "laiche", che sostituiscano l'aspetto consolatorio delle "fedi" in un'altra vita, con una illusione alternativa, di morbidezza igienico- normativo-statalista.

Come Quattrocchi, gradirei dire pane al pane guardando in faccia l'ineluttabile, senza illusioni, anzi con spregiudicato coraggio se viene .. Come affermano nullo e hoka, trovo che il coraggio e la "sfida" siano l'unico pallido surrogato di dignità in tali frangenti.
L'illusione? No grazie, nè laica ne confessionale. Poi sarà quel che sarà.

Sottolineo insomma che al posto dell'oppio dei popoli, abbiamo ora la morfina delle masse...
Masse di 700 malati su un milione (statistiche recenti)..
Le discussioni sui grandi principi sono belli, ma questo è diventato un tema politico su un falso problema sociale; utile al più per deresponsabilizzare l'azione "spintanea" e "volontaria" del medico che desideri scaricare il suo barile sull'ennesima norma statalista da Stato Etico.
Perchè nessuno vuole più prendersi responsabilità, ma solo lo stipendio senza rotture di cog..ni.

Sorry per la ruvidezza, non c'è nessun intento "educativo", queste sono tutte e sole idee mie e valgono solo per me (e il Dr.House).
Voi umani illudetevi pure se aiuta.. ;-)

Nota generale: anche per motivi di "ragione sociale" (ne quid nimis) qui non si prendono posizioni assolute e assolutiste, non si cantano inni alle guerre ideologiche e "di civiltà", non si propongono certezze; quello lo lasciamo ad altri, i portatori di pensieri deboli che si fanno forza con le loro insicurezze.
Qui non si danno risposte; si fa gli scorretti, si fanno emergere quesiti, si evidenzia con logica brutale riflessioni scomodose, come immigrazione (non ce l'ho con gli immigrati persi come INDIVIDUI, ma con i discorsi vacui che commentano il fenomeno), i temi civili, la politica l'economia etc.etc.
Abbasso il mainstrem pensiero, sia laico che confessionale insomma, avanti col dubbio.

Grazie per il tuo intervento!

2/12/06 11:41 AM  
Anonymous Anonymous said...

Spaventevole verita' quell'affermazione, sospetto anch'io!

Io gli rassetterei perfino casa a Gregory House.........
:-)

Ma resto convinto che vi siano modi di morire migliori di altri, ed altri modi peggiori di ogni altro.
Per esempio, la morte violenta, quella ingiusta, per mano di assassini, e' un modo davvero infame di andarsene.
Si muore dannando, e dannati, in tal caso. Si muore maledicendo!

Non che sia in contraddizione con quanto affermato nel post, ed in quella frase, ma sono precisazioni non peregrine, mi pare.

Riguardo l'eutanasia, la considerazione e' oltremodo semplice: il proprietario dispone di cio' che e' suo.
Trattandosi del bene primario pero', e' necessario prevedere forme dispositive qualificate.
La decisione e' valida solo se espressa "qui ed ora".
Nessuna forma di disposizione per il futuro, la situazione va vissuta per esprimersi consapevolmente.
E per carita', nessun Comitato o roba del genere. Figuriamoci!

2/12/06 7:46 PM  
Blogger Abr said...

Beh Maedhros, concordo che noi dovremmo essere nostri, infatti non entro nel merito del suicidio, che non trovo un atto sempre e solo disperato o solo sconsiderato.

L'eutanasia coem concetto ha diverse cose che non mi vanno.
Tanto per cominciare non siamo NOI STESSI ad eseguirla (ma non sempre è possibile, ammetto), tanto per seguitare ci sono "criteri" e un inevitabile "comitato di saggi" che valuta. E la "disumanizzano".
Si rischiano gli antipodi del libertarismo, lo statalismo più etico.
Apprezzo comunque la lucidità della tua posizione che toglie di mezzo la foglia di fico del testamento biologico.

Poi, l'eutanasia illude che possiamo uscire "dolcemente" di qui.
Ballooni, simili alla consolazione che ci sia una vita oltre la morte.
Con massimio rispetto della Fede quella vera.

Infine, faccio solo notare che viviamo in uno Stato in cui ce ne sono di cose da sistemare su quel versante, prima di arrivare al'eutanasia. Molto banalmente, c hi sa di chi è il nostro cadavere? No, NON appartiene ai nostri eredi, bensì allo Stato (si, è proprio così), che ne può disporre come e dove gli aggrada. Infatti, un magistrato può disporre la tua autopsia senza chiedere autorizzazioni ai parenti, o un Comune può decidere in che cimitero verrai sepolto, e vicino a chi. Mattepare?!

2/12/06 8:41 PM  
Blogger Abr said...

Ah Maedhros, dimenticavo, sui modi di morire migliori o peggiori, tutto è relativo. Ad esempio, un "martire" (cristiano) di secoli fa, è in un certo senso quasi contento di essere assassinato da un infame per causa della sua fede.

Riguardo alla morte violenta, la vedo al contrario di te: freddato da un cecchino che ti becca senza che tu lo sappia, o schiantandoti in auto, credo che l'unico modo "dignitoso" di andarsene sia quello in cui non te ne accorgi, e non hai il tempo di pensare nè di capire.

E' peggio la morte o la sofferenza di chi amiamo? Questa sola è la domanda che dipinge in pieno lo sfondo tragico del nostro percorso terreno.

2/12/06 8:51 PM  
Blogger kalmha said...

Abr, grazie per la tua attenzione, per il link, per il tuo commento e per la stima nei miei confronti che da tutto questo traspare.

Il tuo punto di vista, tanto bene articolato, è forse assertivo quanto il mio che si fa forte di una sola filosofia, semplice e lineare: nulla di ciò che sono come persona-individuo è a disposizione dello Stato.

A presto, Abr -)))

Perla

2/12/06 9:12 PM  
Blogger Abr said...

Perla, sul tuo principio guida siamo assolutamente allineati.
La mia paura maxima sono infatti nel campo (e fuori) i "Comitati di esperti" (un medico, uno psicologo, un magistrato, un commissario politico ...) a valutare le domande.

Ebbene si me lo dicono tutti sono fin troppo assertivo; d'altronde nessuno è perfetto.
Il mio vero difetto è che sbrodolo troppo per iscritto :-))

2/12/06 11:29 PM  
Anonymous Anonymous said...

Del tutto allineata con il principio di Perla: più vado avanti, più mi convinco che non sia la legislazione (né in positivo, né in negativo) il luogo dove risolvere una definizione come quella della vita e della morte. Sfidando la spocchia, mi permetto di suggerire - oltre alle immortali massime del Dr House - la lettura di un capolavoro come "I quaderni di Malte Laurids Brigge", di Rainer Maria Rilke: un romanzo di inizio Novecento, inevitabilmente turbato da un certo estetismo e elitismo proprio del contesto da cui nasce, eppure ancora oggi ferreo e impietoso nel mettere a nudo il problema, per ciascuno, della "propria" morte.
Ciao!
CJ

5/12/06 10:50 AM  
Blogger Abr said...

E' veramente IL punto CJ: di questo passo legisleremo anche sul numero lecito di visite al wc, oltre che sull'indice di massa corporea e il numero di sigarette e bicchieri concessi (droga "leggera" invece libera, of course).

Comitati di saggi, vita regolata per legge, casi personali che diventino parte del comma tre del decreto numero: sorry ma questo modo di vedere le cose non mi convince - tutto per scaricare la coscienza di qulche medico poi??!!

5/12/06 4:21 PM  

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