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Tuesday, October 03, 2006

Tra interventismo e isolazionismo


Il Coopetitor ha acceso la luce "the thin red line": segnala civile dibattito.
La questione, per come la interpreta nullo, è la seguente: una politica estera isolazionista sarebbe più, o meno, a destra della politica di
esportazione della democrazia (E.D.) che ha caratterizzato l'amministrazione americana nel post-9/11?
Per dire la mia, scelgo una approccio storiografico e una visuale Right (DOBBIAMO far cultura, di qua) che magari traviserà la domanda, ma credo ne esplorerà un lato interessante. Tenterò di mostrare che, per quanto riguarda gli Usa:
a) si fa presto a dire "isolazionismo";
b) il campo Conservative ha adottato il tema dell'E.D. durante tutta la moderna Era Repubblicana (addirittura da Barry Goldwater);
c) tuttavia, per il Conservative "duro e puro", l'isolazionismo rimane "il richiamo della foresta" cui non può rimanere insensibile, e ultimamente è esattamente ciò che sta avvenendo, con buona pace dei NeoCon.
In estrema sintesi, la soluzione è "dinamica": il tema E.D. è di destra o di sinistra? Risposta: dipende, dal tempo e dal luogo.
Comunque, anticipo che la novità è che questo non è più il tema prioritario nell'agenda Conservative, rimpiazzato da (udite udite) il controllo dell''immigrazione.

Userò come "Baedeker" l'ottimo
La destra americana - Dall’isolazionismo ai neocons di Giovanni Borgognone.
Il libro racconta la storia del Movimento Conservative, le correnti più importanti che animano l’eterogeneo universo della destra americana.
In estremissima sintesi dal libro, per quanto riguarda il nostro tema, e mi spiaccio in anticipo per gli eccessi semplificatori:
1. All'inizio, a destra, stavano purissimi principii, libertarismo e isolazionismo:
Old Right, fondamentalismo protestante (madre della New Right cristiana), new Humanists e Southern Agrarians, destra estrema: con diversi flavors, gli esponenti di tutti questi movimenti riconoscevano la natura dell'America come contrapposta a quella dell'Europa, vista come una tradizione prevalentemente statalista, centralista, militarista e oppressiva. Gli Stati Uniti, terra della libertà, dovevano tenersenene lontani. Interessante come, con diverse declinazioni tra le varie correnti, i principii (rigidi) convivessero con il libertarismo, inteso come diritto di andarsene (non di rompere i c.. agli altri con le proprie rivendicazioni) a cercare (o fondare, vedi Amish, Mormoni dello Utah o hyppie di Sedona) la LORO dimensione individuale e comunitaria preferita. Ma questa è una divagazione.
Occhio dunque alle parole: sin dal 1800, (dottrina di Monroe : "L'America agli Americani"), isolazionismo all'americana si declina in un "out of Europe, Africa, Middle East" e in un altrettanto forte "be in South America and Asia-Pacific". E conservando un rapporto privilegiato con Uk, Paese con tanti elementi comuni con l'America, lingua ovviamente esclusa.
Anche l'isolazionismo insomma è sempre stato un concetto relativo. Che forma il substrato, il legacy, l'inconscio collettivo di ogni bravo Conservative.
2. Il "fusionismo" Conservative del Dopoguerra
"The Conservative Mind" (1953) di Russell Kirk è il testo da molti considerato come il vero e proprio manifesto conservatore, che ne "raffina" l'elaborazione teorica. Nel 1955 viene fondato da William Buckey il think thank National Review, che inizia la commistione tra ex radicali (James Burnham e Will Herberg), tradizionalisti (Russell Kirk, Willmoore Kendall), libertari e liberisti ( Friedrich von Hayek, Ludwig von Mises e vari esponenti della Mont Pelerin Society). Mentre i tradizionalisti ponevano in rilievo il primato dei valori, della virtù e dell’ordine e i libertari quello della libertà individuale, Frank S. Meyer giudica entrambi gli indirizzi indispensabili per una nuova e più ricca elaborazione teorica del conservatorismo. Siamo al "fusionismo".
Nel campo della Politica estera, l'emergenza nazionale della Guerra Fredda inizia a cambiare le carte in tavola. L'America di Eisenhower rimane fedele alla divisione di Yalta in Blocchi e attua una politica difensiva e di auto agli alleati (Piano Marshall, Corea) e di "pulizia" interna (maccartismo); secondo l'adagio che i repubblicani digrignano i denti, ma le guerre le fanno i democratici, è Truman (D) a teorizzare il "rollback", cioè la controffensiva nei confronti dell'Urss, ed è Kennedy (D) a portare il mondo sull'orlo del baratro nucleare con la crisi di Cuba.
3. La svolta di Barry Goldwater
Con la fallimentare campagna per la Casa Bianca nel ’64, il senatore dell’Arizona abbatte il concetto di isolazionismo a destra: l'ultra-conservative sosteneva che l’obiettivo della politica estera americana doveva essere la realizzazione della libertà nel mondo intero, della giustizia e della pace nella più ampia misura possibile.
L'isolazionismo Conservative è sepolto, causa la Confrontation della Guerra Fredda, paradossalmente dal più Conservative ever dei candidati repubblicani alla presidenza.
Nel frattempo, a conferma della teoria sopra esposta sui democratici guerrafondai (vedi Wilson e Roosevelt), Johnson e poi Nixon attuano una escalation sempre più pesante in Vietnam.
4. Neoconservatorismo
Già nel 1945, Reinhold Niebhur, uno dei più noti esponenti liberal americani, sostenne che la democrazia occidentale necessitasse di una difesa più forte di quella offerta dalla cultura dei democratici.
Una svolta realista che divenne negli anni Settanta un modello per i " liberal beffati dalla realtà", per usare un’espressione di Irving Kristol. Oltre a quest’ultimo, altri esponenti di spicco del mondo accademico e di quello dei media, come a Himmelfarb, Podhoretz, Blazer, Moynihan, Pipes e Kirkpatrick, fondarono il periodico Public Interest e rivitalizzarono pubblicazioni e fondazioni come National Interest, Heritage Foundation etc.etc.
In politica interna erano contro la no regulation ma anche contro il Social Engineering e l'implementazione keinesiana della Great Society Johnsoniana. In politica estera, da buoni liberal ovviamente erano per l'esportazione della democrazia.
Nel ’77 passarono a una durissima opposizione a Carter, finendo per rompere con il resto del partito democratico, e negli anni Ottanta si schierarono al fianco di Ronald Reagan.
L’elezione di Ronald Reagan alla Casa Bianca nel 1980 e l'avvio dell'era Repubblicana, è fondamentalmente l'esito del fusionismo Conservative (che viene PRIMA dei NeoCon, cfr. punto 2) e dell'elaborazione della Confrontation di Goldwater, con i primi innesti di pensiero NeoCon. In ogni caso, siamo passati al più aggressivo degli interventismi pro-democrazia, secondo il dettato di Goldwater, come prova il famoso "Mr. Gorbacev, tear down that Wall" a Berlino.
5. Bush II

Durante la parentesi Clintoniana, fu cementata l’alleanza dei neoconservatori con la destra repubblicana guidata da Dick Cheney e Donald Rumsfeld e con la destra cristiana. Un’alleanza fondamentale, assieme all'ingegnerizzazione della macchina elettorale di Karl Rove, nel 2000 e nel 2004 per la doppia elezione di George Walker Bush alla Casa Bianca.

Personalmente, credo che Bush fosse moderatamente isolazionista (ricordiamo che ciò significa per un Americano:
out of Europe, M.O, Africa; be in Sout America and Asia-Pacific) prima del 9/11 (ricordiamo la sua attenzione per la Cina); sicuramente è stato convinto, post 9/11, ad essere invece vigoroso esportatore di democrazia nella sua prima presidenza.
Ora mi pare sia in una posizione ambigua e un po' stallata, difendendo l'intervento già fatto come mero "push the battleground against terror out of Usa" e senza volontà di far ulteriori interventi (il dossier Iran è già virtualmente nelle mani del prossimo Presidente, indipendentemente dalla velocità dei loro sviluppi nucleari) .

Qui in Europa si tende ad attribuirsi troppi meriti e si crede che tutto questo sia dovuto alla "vigorosa" opposizione alla guerra in Iraq e all' "isolamento" internazionale conseguente (come se la "Coalition of the Willings", cioè Berlusconi, Blair, polacchi, coreani australiani etc.etc., cioè quasi mezzo mondo, venisse da un'altra galassia).
Nella realtà, il supposto neo-isolazionismo da parte di Bush (più che altro, la pausa) trovo sia dovuta soprattutto alla rigida opposizione interna nei Repubblicani: Conservative,
Paleo-Conservative, new right cristiana etc.etc., insomma, l'ala destra del G.O.P. (un nome? L'immarcescibile Pat Buchanan), lo accusano di essere ostaggio dei NeoCon, del loro interventismo forsennato, e di essere fautore di politiche lassiste sull'immigrazione per calcolo elettoralistico (sbagliato). Leggere ad esempio Michelle Malkin, o Steve Sailer.
Il livore contro le politiche di Bush da parte di queste frange raggiunge e supera a volte quello di un Michael Moore.
[Inciso: fanno sorridere al proposito, "proclami" che capita di leggere in giro su certi Almanacchi per Topolini del web, che parlano dell'America come fosse un monolite fatto di 290 milioni di abitanti , tutti probi tutti solidali tutti da imitare. Laggiù si scannano peggio che da noi, destra con destra, sinistra con sinistra, che nemmeno Mastella contro DiPietro, Follini contro Berlusconi. Fine inciso].
Il fatto nuovo è che Bush è sotto (pesante) attacco da sinistra, ma anche da destra.

Per i recuperatori del neo-isolazionismo a destra, prima di tutto è necessario difendere l'America. E il nemico non è l'Islam (beati loro?), ma si chiama Latin Illegal Immigration.
Quindi, la strategia giusta riguardo alle aree arretrate, turbolente, problematiche e soprattutto lontane del Mondo (Africa, Europa, Medio Oriente) è quella del "
Disconnect": ci odiano, non abbiamo bisogno di loro e abbiamo altre priorità nella difesa dell'American way of Life, quindi fuck off e stiamocene a casa nostra; e l'Iran o altri che supportassero attacchi agli interessi Americani, sappiano che in caso non ci facciamo remore a spianarli via. Period.
Col crollo dell'Urss, prosegue la teoria, l'America è virtualmente priva di nemici mortali, quindi si presti attenzione alla Cina e al SudAmerica e si lasci perdere il resto, Onu incluso.
Che, detta così, non è opzione priva di fascino; anche per la sinistra ... godrebbero per tre o quattro minuti, prima di ridirezioanre critiche no-global e pro-democrazia violata all'America isolazionista. Tutto molto bello, se non vivessimo in un mondo oramai irrimediabilmente globalizzato e inter(net)-connesso. Certo è che:
a) l'indicazione del problema prioritario, l'immigrazione e non l'export della democrazia, che è anche il nostro, e
b) le ricette politically uncorrect al riguardo,
rendono il campo New Right personalmente molto affascinante e degno di approfondimento.
Ho risposto alla domanda? Forse no. Ma mi interessava di più suscitarne delle altre.

17 Comments:

Blogger Massimo said...

Mi ricordo che le cancellerie europee temevano l'elezione di Bush (questo, Bush) perchè aveva fatto campagna elettorale per l'America e trascurando (e con velate ipotesi di ritiro) l'estero.
Dovrebbero ringraziare Bin Laden ... ;-)
Ottima sintesi storico-politica e, soprattutto, molto chiara di un percorso che è alquanto complesso.

4/10/06 7:07 AM  
Anonymous Anonymous said...

coop, ma tu hai studiato... così non vale... e tutte quelle belle chiacchiere sul dilettantismo dove fanno a finire? :-) grazie per la lezione di storia.

fai bene a ricondurla alla questione dell'immigrazione, perchè sono una questione sola, e anche sull'immigrazione si riapre la dialettica isolazionismo/interventismo, anche se in questo secondo caso è più attacco-difesa. e anzi questa mi interessa di più perchè vi si ripropone, con forza, ed urgentemente, la questione della comunità degli uomini. ed è qui che la sola superpotenza ha bisogno del liberalismo come sistema teorico di difesa. in parole povere, ha bisogno di una giustificazione per tenere fuori 'gli altri', 'gli immigrati' dal proprio sistema di libertà e opportunità. e non è detto che il fatto che questo sistema crollerebbe sia una giustificazione sufficiente. ma certo lo è il fatto che questo sistema è il 'mio', 'tuo', 'loro', ma non 'nostro' nel senso della comunità degli esseri umani.

vabbè, qui mi sa che mi tocca postare sull'immigrazione

ciao,
nullo

4/10/06 10:33 AM  
Blogger Abr said...

Tnxs Monsoreau, in effetti la sola minaccia di ritirare le truppe dall'Europa bastò a sollevare critiche: sarebbe una botta economica non da poco, e pure doppia (indotto, più spese per la PROPRIA difesa). Che ne dici, ci abbassiamo a "ragionare" come un Giulietto CHiesa qualsiasi e lanciamo una nuova teoria complottista? Cioè che dietro al 9/11 ci sta la Germania e i suoi interessi di bottega interna? Dopotutto, Atta risiedeva in Germania ... ;-)

4/10/06 11:04 AM  
Blogger Abr said...

tnxs nullo; nessuna lezione a nessuno, solo una riflessione "guidata".
Che non inficia per nulla il dilettantismo, mica l'ho scritto io quel libro, o vengo "pagato" per leggere quei libri lì (purtroppo).
Mica fingo di essere al livello dell'autore: succede anche questo, tra i seriosi e auto-dichiarati algidi "professionisti" della blogosfera.
Il tema è importante, e ci consumo due righe: noi "dilettanti" abbiamo IL DIRITTO di parlare di a b o c, a patto di "informarci".
Giudicheranno i due o tre lettori se le info. che "giustificano" il nostro giudizio sono interessanti o scorrette.

Non confonderei dilettantismo con la diaristica esposizione di giudizi personali, che possono andar bene - mica si può postare solo dopo aver letto un libro interessante, anche se ogni post riflette alla fine il bagaglio culturale di chi lo scrive.
Quel tipo di dilettantismo (quello "non documentato"), può andar benissimo, se non diventa becera urlatoria, come accade troppo spesso in alcuni dei blog più "celebrati".

Nel merito, dal tuo commento, scopo raggiunto: suscitare nuova discussione. Sull'immigrazione, tema fon-da-men-ta-le (oramai quaggiù ci esprimiamo come il nostro beneamato e lucidissimo presidente del consiglio) e che introduci con riflessioni molto interessanti e "americane" (società inclusiva, liberismo etc.etc.) , ti attendo al varco ...

4/10/06 11:17 AM  
Anonymous Anonymous said...

Me lo stampo e lo leggo con calma. Oggi non posso che sono impegnato ad andare a trovare tutti i parenti per raccogliere i soldi dei regali :)) visto che trattasi del mio onomastico (modo indiretto per dirti: fammi gli auguri anche tu).
Anzi, se vuoi farmi il regalo passo pure da te :P

L'argomento è stimolante, parte dell'oggetto della mia tesi di laurea (quando sarà :P ).
Mi toccherà citarti nella bibliografia?

Ciao,
Francesco

4/10/06 11:33 AM  
Blogger Abr said...

Buon San Starsailor! ;-)
Regalo per te? Passa pure, ho per te una Lamborghini Murcielago (col pieno) e annessa bionda slovacca minigonnata con un km di gambe e occhi da tigre ... ma passa subito, sennò lo riciclo ... riciclato, sorry :-D

Bah, se vuoi sulla tesi posso anche farti una firma con dedica .. col tempo diventerà preziosa (la tua tesi non la firma). Ne prenoto una copia ...

Il libro in figura, in sei capitoli per sei correnti e periodi storici, è comunque veramente raccomandabile.

4/10/06 11:47 AM  
Anonymous Anonymous said...

Cioè che dietro al 9/11 ci sta la Germania e i suoi interessi di bottega interna? Dopotutto, Atta risiedeva in Germania ...
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Oddìo, cerchiamo di non far saltare la pulce all'orecchio di quel minchione di Blondet, che poi tocca sorbirci un altro paio di trasmissioni di Mentana e della Gabanelli.
;-)

Però, hai visto il nuovo numero di Diario?
Son cose che, come dire, ti riconciliano col mondo.

4/10/06 6:38 PM  
Blogger Abr said...

Miii dài... come le teste di Modigliani, poi usciamo allo scoperto e diciamo che ce lo siamo inventati noi ...

Diario: quello de "il complotto del 9/11? Una boiata pazzesca" ? Fantastico: il complotismo come la nuova ocrazzata potemkin che ci ha spaccato i .. timpani.
Michale Moore come Eisenstein, e Giulietto Chiesa il bimbo nella carrozzina che precipita lungo la scalinata dle posto di Odessa ... :-D

4/10/06 7:42 PM  
Blogger Abr said...

... PORTO di Odessa ...

4/10/06 7:43 PM  
Anonymous Anonymous said...

hehehehe

no, sottolineavo l'uscita di Diario perché, se mi ricordo bene, il direttore è un certo Deaglio.

insomma, l'encefalogramma rimanda qualche bip anche dalla parte sinistra.

4/10/06 8:05 PM  
Blogger Abr said...

Ah.. dici che inizia a stomacare pure loro? Mah ..

4/10/06 8:19 PM  
Anonymous Anonymous said...

Danny, grazier per la Lamborghini con annessa stangona. Starsailor non se la merita...
A parte, mi ero dimenticato di dirti: lettura davvero interessante.

4/10/06 11:28 PM  
Blogger Abr said...

Tnxs Brett.
Ecco perchè non le trovavo più, le due .. l'hai prese tu allora!

4/10/06 11:36 PM  
Anonymous Anonymous said...

Cosa ho fatto per non meritarle... :(
A parte l'aver scritto di un francese?

6/10/06 12:11 AM  
Anonymous Anonymous said...

una mia amica, bionda slovacca, c'è rimasta male quando le ho raccontato l'episodio, ieri sera... che dici, la piscio?

6/10/06 8:46 PM  
Anonymous Anonymous said...

Ahò, maddddove sei finito? Ho capito, mi sa che Ringo ti ha restituito la macchina con tutta la polvacca (o sloporca) dentro.
Goditela :))
Buon fine settimana Prior,
Francesco

7/10/06 9:43 PM  
Blogger Abr said...

Sorry mi so' perso un po' in giro.
Nullo perchè vai a raccontare in giro i fatti nostri? ;-)

8/10/06 2:48 PM  

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