101 storie Con
"Tanzan e Ekido una volta stavano camminando lungo una strada fangosa. Stava ancora cadendo una pioggia torrrenziale. Dopo una svolta, incontrarono una graziosa ragazza in kimono e fascia di seta, che non sapeva come attraversare la strada.
"Vieni ragazza" disse subito Tanzan. La sollevò tra le braccia e la trasportò aldilà del fango.
Ekido non disse nulla fino a che, quella sera, non ebbero raggiunto un tempio. Poi non potè più contenersi. "Noi monaci non ci avviciniamo alle donne", disse a Tanzan. "Specialmente a quelle giovani e graziose. E' pericoloso. Perchè l'hai fatto?"
"Io ho lasciato quella ragazza laggiù", disse Tanzan. "Tu invece la stai ancora portando con te?"
(fm. 101 storie Zen, di Nyogen Senzaki)
Scusate il ritardo, rientro dopo un po' di assenza: piccolo anticipo ferie, cambio pc (laborioso come un trasloco), impegni e meditatio varie. E sorry per la parabola, Zen come il braccio tatuato di Lapo (che non riesco a farvi vedere, blogger rnon succhia immagini oggi) - spero non vacua come il suo sguardo da astinente.
Desideravo semplicemente dare un contributo lieve e con understatement come da tradizione della Casa, per uscire dalle secche della auto-referenzialità.
Criptico? Non credo, il senso è quello dello "scurdammoce o' passato", facciamocene una ragione e guardiamo avanti. E chi ha orecchie per intendere, in tenda.
Ciò dico in quanto ritrovo eccellenti sviluppi. Dopo il gran caldo, il clima forse ritorna a farsi frizzante e dibattuto, meno autoreferenziale, più costruttivo.
Merito di iniziative come la Versilia2006 di Mariniello: qui un round-up, qui una convincentissima foto del quadro all'interno del quale, e qui una analisi intelligente , esterna (?), di ciò che accomuna i due fatti.
Questa iniziativa fa il paio con la "risoluzione strategica" di Jinzo riguardante il versante NeoLib.
Trovo giusto che l'area lib-erale lib-ertista lib-ertaria della Right Nation miri a darsi una strategia più confacente ed identitaria, evitando al contempo i rischi dell'elitismo e le sterilità terzo-polesche che han già fatto impazzire i Radicali, fino a condurli alla resa per fame.
Sono fatti importanti tra l'altro per TocqueVille, che va delineando sempre meglio il suo ruolo di meta-aggregatore della Right Nation che auspico, al fine di evitare le secche del Think-Tank elitario che si muove a due all'ora (grazie, abbiamo già dato).
[Inciso: in un vecchio quiz logico il mitico Gardner su Scientific American partiva dal presupporto incontrovertibile che le corna godessero della proprietà di essere viste da tutti, tranne che dal loro "titolare".
Bene, a proposito dell'importanza del tenere ben confinati i Think Tank (e gli aspiranti Think-Tanker), a maggior ragione in ambiti popperianamente non falsificabili come la politica e le IR; non trovate che la stessa cosa delle corna, valga per la supponenza?
Si vedono sempre solo quelle dell'avversario ... Ne abbiamo esempi recenti: l'interesse di considerazioni innovative, ben documentate ma volte decisamente fuori registro (al limite del bravo Prodi, o del viva Chamberlain), vengono rese strame da approcci neo-baronali.
Da tutte le parti in gioco. Perchè "Tal contenuto, tal forma". Sono comunque ben disposto a capire gli eccessi di venticinquenni molto preparati - forse anche perchè alla loro età ero come loro. Fine inciso].
Torniamo al lato Con dell'equazione, non è finita: abbiamo "Trail Blazer" che contribuiscono a prendere per mano il lato "Conservative" dell'equazione Lib-Con, per provare a traghettarla verso nuovi interessanti lidi. Grazie all'apporto d'assieme di tutta quella pattuglia di intrepidi, IlCastello è luogo identitario sempre più convincente, con nuove adesioni- benearrivato Maestà - e in cui maturano interessanti nuovi contributi .
In sintesi: ci stiamo accorgendo anche quaggiù che le "Rivoluzioni Lib-erali" partono dal lato CON dell'equazione? Altrimenti si corre il rischio concreto di incartarsi in esiziali exit strategy Lib-eral (=Lab-uriste) stile RosanelPugno...Cioè, è sotto gli occhi di tutti, accettare piatti di lenticchie lib-erali (più annunciati che fattuali tra l'altro), in cambio di un refocus totale sui temi Lib-ertarian (di coscienza, come preferisco chiamarli), vale a dire uscire dala trincea sotot il fuoco delle mitragliere. Perchè sono questioni irresolubili dalla politica in quanto tale, essendo temi prettamente individuali e squassati dai continui sviluppi scientifici; o meglio, confusi dalle esternazioni volte ad accapararsi i fondi per le ricerche degli "addetti ai lavori" di una fazione o dell'altra, autentici markettari senza vergogna, stile "fusione fredda".
Finalmente si respira sensazioni positive nel campo Right, prima diviso (come anticipato) da pulsioni negative da sconfitta non ben metabolizzata.
Quasi come se la destra avesse perso le elezioni solo per 24.000 baci oops voti probabilmente taroccati, e non come ce la stanno girando (e qualcuno se la sta pure bevendo), cioè mediante una disfatta ignobile, consumata a causa di leader senza idee, di rincalzi litigiosi e incapaci e di un governo che ha fatto "poco o niente" (sic!) per cinque anni...
9 Comments:
Forse pecchi di ottimismo, ma la strada maestra dovrebbe essere proprio quella ;-)
Mons., peccare è umano, e l'ottimismo da' quella spinta propulsiva verso il fare che il pessimismo della ragione non procura certo ;-)
Mazza quanto scrivi...mannaggia...quasi come me (a me però non mi batte nessuno:D).
L'ottimismo è basilare...l'unica cosa è non farlo diventare "il profumo della vita", altrimnenti a 60 anni si rischia di ritrovarsi in mezzo ad un parcheggio di supermercato a reclamizzare frigoriferi.E ho detto tutto.
beh.. se ti pagano bene ...
magari ha fatto più soldi così che non in quarant'anni di poesie ..
(vedi come sono ottimista?) ;-)
Concordo sulla versilia, anche se rimango dell'idea (malinconica) che Fini sia 20 anni avanti ai suoi ragazzi e 40 anni avanti ad Alemanno (che va per la maggiore).
Sui salmoni,io li vedo in Forza Italia e non li vedo fuori da lì,se non morti di apatia.
howard, GW Bush, Thatcher, Reagan e molti altri dimostrano che le rivoluzioni le fanno i "conservatori"; su questo ti quoto tutta la vita.
Ma noi non li abbiamo quelli lì..:(
P.S: c'è un'altra cosa su cui non concordo ma non dico nulla :))
Mi sa che l'unico modo di stare bene insieme era quello di separarsi :)
ciao freedom., qui puoi dire quello che vuoi, anche non dire.
Master, quello che dici vale in pieno per chi come te è in grado di farsene una ragione.
Per gli altri: "..."Io ho lasciato quella ragazza laggiù, disse Tanzan. Tu invece la stai ancora portando con te?" ;-)
Indipendentemente dal tipo di aggregazione la cosa importante e' "esserci", cosa impensabile prima dell'invenzione del mod_rewrite di apache. Nessuno avrebbe mai immaginato di trovare tanta gente fuori dai ranghi (o gangheri?) del regime virtuale.
Personalmente continuo a vedere la necessita' di una destra che sia connotata sul territorio, ma l'internazionalismo prevale ovunque e questo non fa bene al pluralismo, a meno che qualcuno possa pensare che il conservare valori altrui sia un'operazione intelligente... e che ogni tipo di nazionalismo sia qualcosa di obsoleto quando non esecrabile... c'e' gia' la sinistra che fa queste cose.
Insomma: io i sacerdoti della correctness di turno che rifiutano l'antropologia per apparire piu' al passo con i tempi, che aborrono le dittature senza considerare che queste sorgono sempre per qualche concreto motivo, oltre a tante altre cose, in una "destra" non ce li vedo. Ne' in una destra italiana, ne' in una destra americana.
Se poi, in un comune contenitore, tesi come queste, tendessero ad egemonizzare tutto il resto accadrebbe cio' che e' accaduto. Senza dire dei problemi spiccioli e delle baruffe gestionali.
Per una comune e civile convivenza si puo' e si deve smussare qualche spigolo, ma se i principi sono cosi' diversi il massimo a cui si puo' aspirare e' un cartello elettorale.
La prossima volta mi aspetto un brano dal Bushido :-)
Bushido, lei m'insegna, è un codice di comportamento non un testo. Proporrò al riguardo qualcosa dal Libro dei Cinque Anelli del grande Myiamoto Musashi ...
Venendo al tema serio che sollevi: come te, sono un fan del "se vuoi capire il tuo futuro, conosci il tuo passato". E ne hai già visitato quelche piccolo esempio qui.
Non trovo però contraddizione tra valori "locali" e valori "sovraculturali".
E' il motivo per cui la globalizzazione non mi spaventa: sono fole quelle secondo le quali inglese McDonald's iPod e Mtv estesi al mondo avrebbero abolito le culture locali. Non esiste, anzi, mai come ora c'è interesse a riscoprire le radici, ovunque (magari in modo becero e falso, stile Palio di Siena per intenderci).
Perchè, come ai tempi dell'impero Romano, c'è una meta-cultura (una infarinatura di) che serve per scambiare e condividere, mentre al cultura "profonda" (quel set di convinzioni e tradizioni che serve per gestire il sociale nel day by day) rimane assolutamente "localistico".
mai sentito tanot parlare di regionalismo e autonomismo com ein questi tempi. Ben venga allora l'America, se viene a casa mia, con le chiavi ben salde in mano mia!
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