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Monday, April 03, 2006

Understatement - I

Understatement è una figura retorica di pensiero che consiste nella minimizzazione del reale nel corso della sua descrizione. S'accompagna spesso a una sottile ironia e ha lo scopo di ridurre l'esposizione personale sui o l'effetto dei "fatti"; può essere considerato il contrario di iperbole.

M'è venuta voglia di farne il panegirico, per mezzo delle imprese di alcuni grandi misconosciuti conterranei.
Perchè l'ho sempre considerata la più grande delle virtù dei veri Grandi; perchè la trovo virtù connaturata in un certo tipo di carattere nazionale; qualcosa di tipico non solo degli inglesi in vena di esternare elegantemente il loro senso di superiorità ma anche, e molto meglio, proprio di quello che chiamo il Commonwealth Triveneto, che parte da Bergamo e arriva ma non finirebbe a Trieste ...

Forse uno dei motivi per cui tiro fuori proprio adesso l'argomento è l'aver sfiorato polemiche interne a TQV a mio avviso evitabili praticando la strada maestra dell'
understatement - "cura" nei confronti delle incomprensioni sempre in agguato.
Nella realtà, il fatto è che mi annoiano i dibattiti televisivi come quello incombente stasera, ricchi di vanaglorie un tanto al chilo e scarsi dei "veri" perchè bisognerebbe ancora una volta tener lontano dal potere la più impresentabile sinistra dell'intera Galassia.
Le mie motivazioni le ho già chiare, non ho bisogno di urlare " 'Amo vinto" o al converso "Ci hanno rubbato 'a vittoria". Ovviamente mi auguro che il Cav. riesca a venirne fuori dai trappoloni stile obitorio, predisposti per far risaltare il più cadaverico dei due contendenti. Trovo, comunque vada, che qui da noi si dia troppo peso al "peso" dei Media: le lezioni dell'elezione di Bush o del "pareggio " tedesco evidentemente non sono state recepite dalla lobby televisionario-giornalaia. ma questo è un altro discorso.

Torniamo al tema: l''
understatement è una caratteristica dicevo precipua della mentalità delle genti vènete, ben espressa dalla famosa barzelletta che descrive lo scambio tra un romano fanfarone e un vèneto understatementer:
- "Noi ci avemo er Papa, ci avemo er Colosseo, ci avemo pure er Presidente ... evvoi ce ci avete mai voi ?
- Noantri? Noantri ciavemo... ehh sì ciavemo ... eee dopooo ... se tiremo su le braghe ..."

Veniamo al primo degli
esempi di undestatementer vèneti di cui voglio dar contezza, forse il più sconosciuto di tutti (almeno a me). Si tratta di un bellunàt dalla vita lievemente avventurosa, la cui storia traggo da un articolo di G. D’Agnese- News ITALIA PRESS, tnxs. to Raixe Vènete.
Risorgimento, anarchia, penitenziario a vita, guerra civile americana, guerre indiane, superstite di Little Big Horn: c'è proprio di tutto nella vita di Carlo Camillo Di Rudio, un veneto che ha attraversato il XIX secolo dal lato più avventuroso.
Nato a Belluno nel 1832, sorpreso a Milano dalla prima guerra d'indipendenza (1848), il ragazzino prese parte alla disperata difesa di Venezia, dove venne arrestato dagli austriaci, riuscendo nella prima delle sue rocambolesche fughe.
Nuovamente in fuga dopo aver partecipato alla Repubblica Romana di Garibaldi, il giovanissimo dovette riparare in Francia, Svizzera e Inghilterra, trasformandosi in un vero e proprio tormento per le polizie politiche dei vari stati europei. La svolta fu la sua partecipazione all'attentato a Napoleone III, seguendo Felice Orsini nell’impresa e nelle carceri francesi. Condannato a morte al pari degli altri congiurati, ebbe commutata la pena nella splendida prospettiva di consumare la sua giovane vita nei famigerati bagni penali di La Cayenne.
Dopo mesi di stenti, di risse e di tentativi, il nostro riuscì a fuggire, raggiungendo i territori inglesi e suscitando un clamore eccezionale ai tempi (il soggetto cinematografico del film "Papillon" è probabilmente ispirato alle leggende che si svilupparono in seguito alla sua fuga).
Raggiunti gli Usa nel 1860, Carlo si arruolò come volontario nell’Esercito antischiavista del Nord impegnato nella Guerra di Secessione, durante la quale si distinse e venne promosso ufficiale. Finita la guerra, venne assegnato al leggendario 7° Cavalleria, alle dipendenze di uno dei personaggi più controversi della storia americana, il tenente colonnello George A. Custer.
Si distinse in molte operazioni, diventando veterano delle guerre indiane. Il 25 giugno 1876, giorno della grande battaglia del Little Big Horn (in figura), Rudio era assegnato alla colonna del capitano Reno, quella che aprì i combattimenti. Il veneto spronò il suo reparto all'attacco, per ritrovarsi circondato da centinaia di guerrieri Sioux, Cheyenne e BlackFeet di Toro Seduto e Cavallo Pazzo. Rudio insieme a un altro soldato riuscì a superare l'accerchiamento e fu tra i pochi a salvarsi.
Successivamente il capitano -soprannominato Old Rudy - partecipò tra l'altro all' epica rincorsa a Chief Joseph, il ribelle Nez Percé in disperata fuga verso il Canada; conobbe il grande Geronimo, capo degli Apache Chirichaua.
L' ex patriota, ex carbonaro, ex galeotto, ex nordista, ex ufficiale del 7^ cavalleria, ormai memoria storica vivente delle guerre indiane - ricordate il vecchissimo Dustin Hoffman intervistato all'inizio di "Piccolo Grande Uomo"? Era personaggio forse ispirato a lui ... - finalmente si ritirò in pensione a San Francisco, dove morì nel 1910. Sostenne sempre di aver fatto tutto 'sto casino in vita per amore e per problemi economici ...
Voglio una vita esagerata/voglio una vita come Steve McQueeen ...

Altri misconosciuti eroi dell'understatement vèneto nella prossima puntata, quando sarà ... gente un po' più nota di Carlo Rudio ma non troppo, come si confà ai veri cultori del genere.

4 Comments:

Blogger Otimaster said...

Sicuramente meglio leggersi questo post che seguire il dibattito, certo che un guascone come Berlusconi dovrebbe saperlo che ha parlare con gli idioti si rischia che la gente non veda la differenza.

3/4/06 10:20 PM  
Blogger Abr said...

Grande Master! La pensiamo uguaglio, infatti ho spento il video, stasera solo musica e blog ...

3/4/06 10:31 PM  
Anonymous Anonymous said...

Danny, that's an amazing life!
Ps: quando la biografia di Danny Wilde?

3/4/06 11:33 PM  
Blogger Abr said...

Ehhh Brett, dessi alle stampe la mia autobiografia, non sarei più un understatementer ...
Posso solo dire che ho visto cose che voi umani ... no, questo incipit s'è già sentito. ;-)

3/4/06 11:55 PM  

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