Devolviamo Prodi
Abr si fa domande da orecchiante della politica e cerca di darsi risposte sensate. Se vede una sinistra di governo ancora non insediato che dopo tanto sforzo - e piccolo risultato - accumula coi suoi esponenti in pectore gaffes, rimbrotti e malumori - leggere il gemello per credere; well, si domanda se è possibile che sia veramente tutto qui. Sono solo una allegra banda di fresconi in luna di miele come sembrano? Basterà portare un po' di pazienza e cadranno presto da soli? Abr si chiede la ragione profonda della sicumera di Prodi - governerò cinque anni! Potere dei patti parasociali fatti firmare ai "soci d'impresa" davanti al notaio, o c'è anche qualcosa d'altro? Hanno "un piano"?
Lo capiscono anche i sinistri più tronfi che in parlamento non possono rimanere così, altrimenti saranno sotto schiaffo perenne; al contempo sanno di poter presumibilmente contare su due anni senza elezioni, per il motivo molto terra terra accennato nel precedente post. Quindi, qual'è il piano?
La chiave non sta nelle partite istituzionali. Altro discorso è il Presidente della Repubblica, funzionale al Disegno del Potere che hanno in testa, ma frega non molto a Prodi, secondo Abr, se l'allievo Marini inopinatamente perderà col maestro Andreotti, se non per le fibrillazioni interne che il fatto innescherebbe. Sarebbe comunque rogna in primis per Rutto Rutelli; ce ne saranno tante altre occasioni di fibrillazione, cosa vuoi che sia una in più o in meno ...
No, la chiave sarà un'altra: una mossa per disarticolare il centrodestra, e non certo via Grande Centro - la Grosse Koalition già "bruciata" da Berlusca e aborrita del Prof. peggio della peste.
Seguite il ragionamento. A breve avremo il referendum sulla devolution, o Grande Riforma della Seconda Parte della Costituzione. E' il nervo scoperto della Lega. Si sa quanto l'Udc - e parte di An - sia tiepidina al riguardo. A quel referendum non serve quorum, vince chi prende un voto in più, anche se andassero a votare in tre. Ergo, ragionevolmente lo vincerà chi è più bravo a mobilitare un po' di italiani, cioè ... la Cgil e i suoi pensionati autotrasportati.
Scenario: vince il no, la Lega s'inczza, accusa i tiepidi alleati e se n'esce sbattendo la porta, tornando a isolarsi nei suoi vaghi sogni secessionistici.
E Prodi regnerà come nel '96, facendo leva sul mito conservatore sinistro della intangibilità della Costituzione Catto-Comunista, contando sulle firme antiribaltone dei "Soci" dal notaio per rimanere in sella, dando ora un colpo al cerchio fortipoterista ora uno alla botte neopauperista, per i vaticinati cinque anni. Regnerà con stile proconsolare: senza fregarsene molto di Tav o di Iva, laissez faire laissez passer, spremendo il ceto medio quando l'Imperator EU lo richiamerà al rientro nei parametri, senza rompere i timpani sulla politica estera che è roba da Imperatores appunto, e focalizzandosi nella sua vera passione: potere potere potere, a livello spiritico addirittura.
Nel più selvaggio dei suoi sogni poi, il Prof. potrebbe addirittura illudersi di essere lo Zapatero de' noantri, ripescando in seguito la Lega, "costola della sinistra" dalemiana, mediante un piatto di lenticchie autonomiste.
Il ragionamento fila? Suona familiare che l'unico argomento politico di Prodi alla Festa dell'Unità, ooops di Liberazione, oooops DELLA Liberazione, non sia stata la carrozzella del papà della Moratti, la Brigata Ebraica o Andreotti, ma la l'imperativo categorico di sconfiggere la devolution?
E' chiaro perchè il Cav. si stia mobilitando per il referendum, mantenendo alta la tensione, visitando Bossi, non riconoscendo la vittoria etc.etc.? E' cru-cia-le e lui l'ha capito, come l'ha capito bene e rilanciato il callido Tremonti.
Risulta ora chiara l'importanza della posta in gioco? Sarà in sintesi, piaccia o meno, un referendum sulla durata del governo Prodi: qualche mese o cinque lunghi anni? La sentenza è nelle mani di tutta la metà sana, di centrodestra, dell'Italia. Che deve ri-mobilitarsi.
Nel suo piccolo, Abr ha innalzato nella sidebar lo slogan "One Nation, Pro Devolution". E ci ha messo i simboli della sua Patria, l'Italia, e della sua Naxion, el Vèneto. Senza intenti discriminatori, ma per sottolineare chi è e da dove viene. Perchè solo chi ha chiaro questo, può federarsi con orgoglio, in amicizia e in parità di diritti e doveri, con gli altri suoi pari.
Aldilà del referendum confirmatorio sul governo Prodi , occorre sottolineare che la cosiddetta devolution (meglio sarebbe chiamarla Grande Riforma dell'architettura dello Stato in senso moderno) è una OTTIMA LEGGE, da qualsiasi lato ideologico (di destra) o di latitudine la si esamini.
L'impianto è un sogno per un Paese unificato solo per finta come l'Italia, ma è legge sicuramente perfettibile in certi dettagli - ammennicoli legulei formali sulle divisioni dei poteri tra le Camere, cose che in azienda si regolerebbero con una riunione di tredici minuti, caffè incluso.
Ciò che veramente conta, oltre che responsabilizzare finalmente le amministrazioni locali nelle spese davanti ai cittadini, è legge che per la prima volta in Italia afferma il concetto della prevalenza dell'interesse nazionale.
In più contiene un aspetto fondamentale per il nostro futuro: finalmente centralizza (si avete capito bene) i due temi cruciali, le infrastrutture e l'energia. Cioè Tav, Rigassificatori e Nucleare tolti dalle sgrinfie dei valvassini (o debolezze) locali. Guardate, senza questa legge il nucleare in Italia non si farà mai, e nemmeno la Tav: quindi, freddo in casa e tagliati fuori dalle rotte come un Portogallo qualsiasi. Trattasi di legge non solo tranquillamente votabile da sudisti e nazionalisti, da leghisti e abitanti dell'Oceania, ma soprattutto è un MUST. Per il futuro dei nostri figli.
Vi è anche un secondo motivo d'importanza di questa legge. Acutamente lo puntualizza una straordinaria intervista a Lottieri su NeoLib - vox clamans in deserto.
Se quella suesposta è la diabbolica strategia di Prodi, avrebbe fatto ancora una volta i conti senza l'oste: le elezioni hanno chiaramente dimostrato come si stia fortemente sollevando in Italia una seconda, più inquieta e insofferente QUESTIONE SETTENTRIONALE, o più puntualmente , Lombardo-Veneta (tra un terzo e metà del Pil italiano).
Lega o non Lega, ora che la lucidità e lo scatto di Bossi risultano indeboliti, le energie del Nord troveranno un loro sfogo - come direbbe la signora Coriandoli - in una direzione - modello Slovacco o Baltico o altro - che credo non piacerà per nulla ai pianificatori tosco emiliani, ai Cooperativi cattocomunisti e ai fancazzisti no global.
In sintesi, abbiamo un metodo rapido per rivolgere il piano dell'avversario contro se stesso e mandare a casa Prodi rapidamente - chè se s'aspetta, o si punta tutto su Andreotti, hic optime manebit: votare Pro Devolution. Per essere finalmente One Nation.
Funziona secondo i principi dell'Aikido ( l'ideogramma in figura: semplificando Ai sta per unità, Ki è la forza interiore e Do è il metodo): la bellezza del gesto in sè, come bella è quella legge in sè, oltre che prodittiva (prodi-distruttiva).
4 Comments:
scenario probabile, anche se richiederebbe un livello di disciplina e pianificazione che penso nemmeno i commies abbiano, da tempo...
Certo che di fronte alle truppe cammellate e pensionate, la probabilità di vincere al referendum la vedo scura... :-/
Grazie per il link twin :)
Però il post è lungo. Sono in ufficio. Stasera da casa me lo rileggo ;)
scenario fattibile Abr. da queste parti ci stiamo organizzando per sensibilizzare sul tema. tentiamo di compattarci tra sezioni ed esponenti di FI, Lega, UDC e AN proprio in vista referendum. anche se temo sia tardi e inutile ahimè anche e soprattutto per i motivi che tu adduci nel post. spero che la tua visione di un Prodi e di una sinistra dalle menti così sopraffine sia solo fantascienza.
;-)
Grazie hermes, è una partita delicata.
Ciao gemello!
Grande Valeforn! Dobbiamo provarci, vender cara la pelle.
Tnxs my friend Watergate!
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