Guerra, democrazia e Sant'Antonio
Son rientrato e grazie a qualche lettura fatta nel week-end lungo, riflettevo su una delle affermazioni del secolo (soprattutto scorso): "Le democrazie non si fanno la guerra tra loro". By the way, scopro trattarsi di affermazione già in voga negli anni Venti tra i "liberal" inglesi e americani. Vorrebbe dire che, una volta esportata la democrazia ovunque, la guerra verrà magicamente eradicata dal mondo? Mi pare che sia una bella fola. Ecco perchè la foto della Basilica di Sant'Antonio da Padova, il Santo dei miracoli impossibili.
Lasciando stare gli Anni Venti, quella affermazione fa il paio con le proposizioni del pacifismo Anni '70 "Stop the war in Vietnam", quando a "democrazia" era associato l'aggettivo "popolare", con lo stesso scopo e obbiettivo.
Significherebbe forse che le guerre le dichiarano solo i dittatori? Per un Fuhrer che dichiara guerra alla Polonia (con tutto il "demos" osannante non per paura badate bene), c'è stata una democratica Francia che ha dichiarato guerra al Kaiser prima o al Fuhrer stesso poi ... in nome di Trattati democraticamente stipulati e scientemente applicati, anche qui tra l'osanna della maggioranza.
Voglio dire: sostenere che le guerre finirebbero grazie alla democrazia (=governo della maggioranza), mi sembra veramente sia al livello di luogo comune. Come per l'amore, it takes (at least) two to make a war; per ogni uomo che tradisce c'è per forza una corrispondente amante, sostenere che la maggioranza faccia sempre scelte "buone" ed "etiche" mi pare analogo al dire, nell'analogia con amanti e tradimenti, che questi ultimi son sempre gli uomini a farli e le donne (nella sottospecie "rovina-famiglie") a provocarli...
Come dite, cari troll all'ascolto? Che la democraticissima Francia dichiarò guerra solo perchè "provocata" a bella posta da Hitler? Seee, e allora perchè vi arrabbiate tanto con l'unica vera democrazia esistente, che dichiara regolarmente guerre quando provocata - due volte all'Iraq, all'Afghanistan, alla Germania Nazista o al Giappone? Mi riferisco agli Usa, of course. E non tirate fuori le balle tipo che loro vengono da Marte e gli Europei da Venere: gli islamici da dove arriverebbero secondo voi, da Plutone? Altro esempio: la Tatcher che va a dimostrare con una guerra que las Malvinas non son Argentinas, diviene in forza di ciò una dittatrice?
Riflessioni, spunti, giusto così. Per impedire che anche noi, pur fautori dell'esportazione della democrazia, cadiamo in devianze ideologiche, prive di fondamento pratico e storico: chiamerebbesi "Illusioni"; a forza di Grandi Illusioni abbiamo ridotto un Continente, il nostro, in coma farmacologico.
L'obiettivo dell'export della democrazia non può essere quindi per me quello utopistico dell'eliminare quell'umanissima (purtroppo) estensione della diplomazia chiamata guerra ma quello, più semplice e prosaico, di dar più dignità a ogni individuo ovunque sia nato, di farlo viver meglio se ne ha la forza e le capacità, di dargli più opportunità. Non certo di "proteggerlo" di più e meglio dagli altri, di "garantirlo" di più: per questo ci pensano altre recenti "implementazioni" della democrazia, tipo l'aggiunta dell'aggettivo "popolare", "social-", "nazional-social-" ... No, l'obiettivo vero dev'essere altro: quello di esportare LA LIBERTA' INDIVIDUALE. Motto valido dal tempo dell'Impero Romano: "Se vuoi veramente la pace, preparati alla guerra"; oggi possiamo tradurlo così: "Peace Tru Superior Firepower". La guerra c'è, anche tra e dalle democrazie, non illudiamoci. E stiamo pronti, se vogliamo provare ad evitarle.
Mentre ero in giro, Starsailor, optimo famiglio, mi ha nominato per "il gioco del momento". La regola è dichiarare cinque strane abitudini e poi passare la palla ad altri 5 sfortunati. In realtà, trattasi di una delle solite maledettissime "Catene di Sant'Antonio". Da cui, foto della Basilica del Santo e link con ponzata precedente... Che vuoi, c'è caduto pure lui... Per rispetto al proponente - mica sono come quella che augura bruciori e altri malanni imbarazzanti a chi l'ha coinvolta (vero Rob.? ) - parteciperò a questo "gioco del momento", pur sbuffando.
1) Sono un ambidestro - non a livello sessuale;
2) Con la destra mi vien meglio scrivere, calciare e tirare a canestro; con la sinistra tiro meglio le freccette, disegno, impugno tutti i tipi di racchette, tiro pugni (se capita);
3) Con la sinistra mi viene naturale "scrivere speculare" (da dex a sin. e rovescio), alla Leonardo da Vinci; lo posso fare anche scrivendo in contemporanea normalmente con la destra lo stesso testo;
4) ) Un problema che ho identificato abbastanza tardi: se sei tutto sommato alto piacevole bravo spiritoso originale e brillante; se riesci bene negli studi e passi i compiti senza fare il secchione; se fai anche carriera nel lavoro senza spintarelle o esser figlio di; se dài e ti fai dare del tu a/da tutti e sei sempre pronto al sorriso e a sdrammatizzare; beh, allora hai trovato la ricetta perfetta per stare potentemente sui cogl.. alla "gente normale".
Qui infatti non siamo in America: i "bravi" non sono esempi da imitare, sono i cattivoni manzoniani; coram populo, sono quelli che "smerdano", quindi non piacciono.
5) Una ipotesi di soluzione sperimentata, a fianco del misantropismo: l'understatement. Non elimina del tutto il problema, lo attenua solo; ha però l'effetto collaterale che attira le belle ragazze, annoiate da 'sti faso tuto mi uno meglio dell'altro sempre attorno ...
A tutti, fate un po' come ve pare ...
11 Comments:
Si vis pace para bellum mi trova perfettamente daccordo, ma forse aumentando il numero delle democrazie diminuirebbe quello delle guerre, del resto i democratici Stati Uniti hanno sempre attaccato delle dittature e le malvinas furono occupate dall'Argentina mentre era una dittatura la democratica Inghilterra fu costretta a reagire, nel caso dei francesi è una questione diversa ma solo perchè loro sono diversi da tutti.
Ciao Abr.
Oti., ho scritto il post apposta per spiegare che, democrazie la scatenino o reagiscano, poco importa: la guerra esiste e resiste.
Ho anche scritto frase simile alla tua tua: aumentando il numero di democrazie le guerre sicuramente diminuirebbero ma non scomparirebbero. Se vuoi, basterebbe prender atto con umiltà con Niels Bohr che viviamo in un universo retto da leggi probabilistiche e non deterministiche.
In realtà, c'è un senso ancor più "scorrect" nel mio post: dalla democrazia alla dittatura della maggioranza alla dittatura del proletariato, o dei linotipisti, o dei vicequestori o di chi vuoi tu, quando breve o lungo è il passo? Sempre dittatuta è.
Mi ricorda tra l'altro un tuo post, sul governo dei Migliori ...
vedo che vengono sempre analisi chiare e inteligenti dal tuo blog.
l'inghilterra del 1914 era entusiasta della guerra così come lo era l'italia (che addirittura era bramosa di combattere, non importava da quale parte). E che dire del colonialismo: tutti a fare la guerra, per il "white's men burden"...
joan gowa in un libro dal titolo assai esplicito (ballots and bullets: the elusive democratic peace) ha smontato la teoria della pace democratica, e ti dico che io che accettavo la "minore tendenza" a fare la guerra... mi sono dovuto ricredere.
ora sono impegnato, torno più tardi...
Tnxs M+ .
Contavo, confesso, sul tuo/vostro appoggio-chiarimento. Come sempre, quando si abbozzano (io abbozzo, voi approfondite) ragionamenti lievemente fuori dal coro delle "verità" preconfezionate e consolidate. M'informo su Joan Gowa now, tnxs anche per la solita puntuale bibliografia.
Perdonami Abr, ma dovevo farlo per forza. L'unico che non mi son sentito di infestare era Andrea...chissà perchè :))
Cmq, quand'ero piccolo e a scuola ci si prendeva in giro, tra bambini si usava la frase "Specchio riflesso!" (che bambineria!!) per rispedire al mittente le frasi pronunciate.
Bene, credo che con questo gioco non valga!
Il tuo post (ed anche le tue strane abitudini) dimostrano che sei di una logica impressionante.
Ciao,
StarSailor
Starsailor: vorresti dire che ne devo cercarmene degli altri?
:-(
Comunque, c'è a chi è andata peggio di te: vedi un po' cosa augura tal Lexi a Rob. e altri "molestatori", pur partecipando :-DDDD
Io partecipo e pur dissenziente, ma rispetto il pivello proponente ... ;-)
Logico no, 'so solo impressionante, grazie. ;-)
Gowa in un libricino di 100 pagine smonta tutta la teoria.
Ti propongo quelli che per me sono i punti più interessanti:
1) le democrazie non si farebbero la guerra tra di loro perchè pur di scongiurare una guerra due popoli sceglierebbero di scendere a trattative.
Ok, nel nostro mondo fantastico potrebbe anche essere, ma ragioniamo. Domani la Francia (per ipotesi) si trova a dover affrontare una grave crisi ambientale, e la mancanza di risorse crea tensioni nel Paese, e allora il Governo contesta i confini con l'Italia, affermando che in verità, dagli accordi di Pontierres del 1859 (vado a memoria) la Valle d'Aosta sarebbe dovuta rimanere francese. (ipotesi 1).
Allora, secondo la teoria della pace democratica, l'Italia cosa dovrebbe fare? Dovrebbe "trattare": cioè secondo i pacifici democratici l'Itaila non contesta la legittimità della posizione francese, ma decide di delegare ad un tribunale o ad un organo internazionale la decisione sulla materia del contendere.
Qui emerge già la fragilità palese della teoria: è chiaro che l'Italia si appoggerebbe ad un organo internazionale solo e solamente nel caso in cui fosse certa che questo le permetterebbe di vincere la "Battaglia legale".
E' infatti poco credibile che gli italiani che tanto si incazzarono ai tempi delle quote latte, possano accettare di regalare la valle d'aosta ai francesi.
Dunque? Dunque, Gowa sottolinea (in modo molto più articolato) come la tendenza delle democrazie a "trattare" corrisponda sempre e comunque alla ricerca dell'interesse nazionale da parte degli stati. E quindi non si può precludere uno scontro tra democrazie perchè "esse tendono a trattare per evitare una sciagura come la geurra".
Secondo punto: Rummel (quello che per molti blogger è una sorta di idolo) ha affermato che le democrazie hanno anche una minore tendenza a fare guerre delle dittature. Qui hai già risposto tu in modo più che completo, sottolineo un nuovo libro di Mansfield e Snider dal titolo "Electing to fight: why emerging democracies go to war". Insomma... anche qui la teoria è già molto molto fragile.
Ma in particolare questa teoria (di Rummel) non regge perchè parte da presupposti assai dubbi: le geurre sono una perdita netta, e raziolmente gli individui cercano di evitarla.
Chissà perchè - CHISSA' PERCHE' - io mi sento molto più sicuro se in Pakistan rimane Musharaf al potereche non nel caso in cui con una legittima elezione dovesse andare al potere uno dei vari partiti islamici. Ma chissà perchè. Il punto è che "l'idealismo" non considera il nazionalismo. CIò, per gli idealisti gli uomini sono buoni, ora e sempre. E la guerra è tutta colpa degli stati (questo era l'idealismo wilsoniano) o adesso delle dittature (idealismo camillesco).
Ultimo punto e concludo chiedendo scusa per il lungo commento. La "pace demcoratica" è esistita solo (SOLO) durante la guerra fredda. Tutti gli studi a proposito contestano che alcuni stati fossero realmente democratici nel 1850 o nel 1900.Verissimo: la democrazia di allora era molto diversa da quella di adesso. Ma in tal modo noi consideriamo (guarda caso) un periodo in cui tutte le democrazie erano unite contro un nemico comune.
M+ tnxs again per il contributo FON-DA-MEN-TA-LE.
Gowa è già da considerare nella mia biblioteca (secondo la vs. accezione: cioè già letto).
Riguardo a Rummel, lo considero come Rommel : sopravvalutato.
ciao, Abr
Ahhh, dimenticavo: ogni volta che volete contribuire, avete KILOMETRI di credito in spazi aperti a disposizione qui da me (sto perlando con i 2Twins, sia chiaro ...)
abr caro, lo sai che non riesco a pensare alla quinta strana abituine :-)))
sono troppo buona (come la bambina dei Baci perugina)
"Saranno più di dieci anni che non mi abbronzo (lo credo bene, sempre con quell'ombrellino)": cara Daisy, alla fine ce l'hai fatta!
By the way, andava molto di moda nel'Ottocento ... e A VENEXIA nel '700 (bianche di pele, roxe de peo ...) ;-)
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