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Friday, January 13, 2006

... An'vedi come le spara Nando ...

Clap clap clap! Mai, in più di 50 anni di storia parlamentare, si era vista una cosa del genere, narra il Corriere. Accade durante la discussione sulla riforma dell'appello che il Senato poi approverà in via definitiva. La frustrazione e il senso della propaganda veritiera corretta e civile, stile "IlGiornale è come Goebbels" propugnati da Fassino e dalla sinistra tutta, dà alla testa a Nando Dalla Chiesa, l'ex aspirante «sindaco coi baffi» di Milano e oggi senatore approdato alla Margherita. Più realista del re come spesso capita ai minus habens, dà fondo al suo talento ricorrendo alla rima baciata per dire no alla legge cosidetta Pecorella, cioè quella legge che finalmente impedisce l'appello al Pubblico Ministero in caso di assoluzione dell'imputato, rinviandolo alla Cassazione se eventualmente si ravvisassero vizi formali . Un filmatino della godibile scena è rintracciabile su RR.
Peccato che RadioRadicale non abbia a disposizione la risposta, sempre in rima baciata, che un Abr.nonimo ha molto velocemente improvvisato sulla falsariga della sua performance , dedicandola al Nostro, pur senza baffo ma sempre creativo figlio di cotanto padre:

Ecco qua il giustizialista, l'ideale qualunquista,
del putent procuratore un volgare leccatore.
Abbiam oggi, inaudito, Nando il figlio scimunito

del più grande Servitore, che al suo Stato recò onore.

Parla e recita sonando, ce la mena il nostro Nando,

non sopporta il poverino che lo pensìno cretino,

lo ritengano un perdente, unnà mai vinto gnente.

Ah, che idea stupefacente, non si trova un precedente,
or la gira in madrigale per far lui l'originale
chissà poi che un giornalista non gli faccia l'intervista !
Bello teso, edificante, e di voci ne usa tante,
tutto preso a spiegare quanto sia da ripudiare,
legge che incredibilmente mandi a casa un innocente!
Mai sentito che a un assolto il cateno gli sia tolto
e abbia pure l'occasione di sfuggire alla prigione!

Ma pensatelo il Piemme, solo e nero, lemme lemme
senza preda nè intervista, urlar con la faccia trista
"e ades senza l'assassino, chi lo dice più a Fassino?
E Violante che dirà? Mi' carriera stroncherà?"
Confermiamo, o buon Nandino, la tua fama di cretino,
non avessimo assistito alla pièce da impazzito!
Bel discorso senatore, è la fine del tuo onore;
cinque anni consumati senza esser mai cagati,
e vissuti con furore a sputare il tuo livore:
rogatorie, suspicioni, lodi, falsi e prescrizioni,
ci hai provato con l' abuso, un tubazzo hai concluso,
ma noi non si può parlare, sol chi è troll può giudicare.
Già eri orrido alla vista col tuo baffo comunista;
ora senza me rammente solo un povero perdente.
E qui finisce l'avventura - speriamo - di 'sto signor Bonaventura della politica in rima baciata (oltre che quella del nostro anonimo troubadour da strapazzo...).

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